Celebrazione Eucaristica in preparazione al 1° CENTENARIO di presenza delle Suore CAE nel Monastero di San Gregorio Armeno In evidenza

In occasione del 174° anniversario di nascita della Fondatrice dell’Istituto delle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucarestia, la Venerabile Maria Pia delle Croce, lo scorso 2 dicembre, la Congregazione CAE ha aperto l’anno in preparazione del centenario di presenza nel Monastero di San Gregorio Armeno a Napoli, con una solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Gennaro Acampa, Vescovo già Ausiliare di Napoli.

Questa presenza in uno dei territori più belli, ma anche più critici di Napoli, il suo centro storico, si è realizzata in quel lontano 1922, a seguito di una profezia che riguardò proprio la Fondatrice.

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Prima dell’arrivo delle Suore Crocifisse infatti, il monastero di San Gregorio Armeno era abitato dalle Suore Benedettine, che, negli anni, avevano accolto non solo le loro consorelle, ma anche le Patriziane, alcune Clarisse, le Visitandine e una Francescana. Tuttavia, col passare degli anni, il numero delle suore andava diminuendo e l’ultima badessa, Giulia Caravita dei principi di Sirignano, era preoccupata per il futuro di quella casa a cui teneva tanto e che custodiva inestimabili reliquie come quelle di S. Gregorio e S. Patrizia e importanti opere d’arte.

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Accadde che, nel 1922, dopo una Novena di preghiere, la badessa decise di accogliere nel Monastero dedicato al Patriarca Armeno, le Suore Crocifisse. A tre anni dalla morte di Maria Pia, si realizzava quel disegno divino che la Madre aveva intravisto qualche anno prima: quel giorno infatti mentre era raccolta in preghiera presso la chiesa di San Gregorio Armeno, per assistere al solenne pontificale in onore di San Benedetto, si sentì come rivestita interiormente della virtù del Santo che sembrava volesse incitarla a continuare l’opera intrapresa. La badessa Caravita interpretò la loro visita di allora come un segno del cielo.

In occasione del centenario le Suore CAE hanno ottenuto dalla Santa Sede il decreto di Indulgenza Plenaria per chi, recandosi nella Chiesa di San Gregorio Armeno, dal 2 dicembre 2021 al 2 dicembre 2022, conseguirà le consuete condizioni: la confessione, la Comunione Eucaristica e preghiere secondo le intenzioni del Sommo Pontefice (Padre Nostro, Credo, Preghiera alla Beata Vergine Maria e Preghiera alla Venerabile Maria Pia della Croce e la Beata Maria della Passione).

La S. Messa che ha aperto quest’anno così importante è stata presieduta da Mons. Gennaro Acampa “Oggi inizia questo percorso in cui voi suore vi impegnerete ancora di più a vivere il carisma, ad essere presenti sul territorio, a fare del bene in modo da giungere rinnovate, sia come suore, che come comunità all’anno prossimo, quando si celebrerà una più grande solennità: il centenario” ha esordito il Vescovo, introducendo il tema del prossimo centenario della presenza delle Suore Crocifisse a San Gregorio Armeno. “Con la concessione della Santa Sede che, da oggi, entrando in questa Chiesa si può ottenere il dono dell’Indulgenza Plenaria a determinate condizioni: la confessione, la comunione, la preghiera per il Papa e soprattutto il desiderio di non peccare, di essere sempre nella grazia, quindi il pentimento di tutti i peccati, anche veniali che abbiamo commesso, la Chiesa ci aiuta. Deve essere un anno speciale, un anno bello, un anno di fede, un anno di grazia e ci da questi aiuti soprannaturali per poter vivere sempre in grazia, sempre pronti ad accogliere il Signore in ogni momento che Egli ci potrà chiamare a sé”.

Durante la celebrazione, due giovani suore CAE, Suor Stevani Dani e Suor Masnur Marbun hanno rinnovato i loro voti al Signore, rendendo ancora più solenne il momento.

“In questo contesto accogliamo il rinnovo dei voti di queste due giovani suore e certamente la Messa che celebriamo oggi è per loro, per queste due sorelle più piccole, più giovani” ha detto Acampa “ma anche per tutti quante voi suore e anche per la richiesta di qualche vocazione in più, visto che effettivamente le vocazioni, non solo le vostre, ma anche nel mondo scarseggiano. Quindi preghiamo perché ci siano tante altre vocazioni, altre persone che scelgono di donare la vita per il Signore e per i fratelli, seguendo un percorso di un carisma particolare come il vostro”.

Quindi Mons. Acampa, richiamando la Lettura del giorno ha introdotto questo tempo di Avvento, ribadendo la necessità di pregare, di vigilare per prepararci a rivivere il mistero della nascita di Cristo. “In questo contesto entra la Parola di Dio che ci sprona, ci illumina, ci impegna a vivere fino in fondo questo tempo di Avvento, questo tempo di grazia. Una volta si diceva che i tempi “forti” sono l’Avvento e la Quaresima. E questo è un tempo in cui noi ci prepariamo a rivivere, attraverso i segni liturgici, il mistero della nascita di Gesù e ci impegniamo anche ad essere pronti ad accogliere quando il Signore ci chiamerà nel Regno dei Cieli, nella Sua Casa. Quindi un tempo di vigilanza, un tempo di preghiera. Oggi particolarmente la I Lettura che abbiamo ascoltato, il testo di Isaia ci invita a confidare nel Signore, ed è bello che noi ci diciamo questo nel momento difficile nel quale ci troviamo a vivere, nel quale tante cose non vanno bene nel mondo, nella nostra società qui a Napoli e tante volte siamo presi dallo scoraggiamento, ma Dio può fare cose meravigliose in un momento. Il contesto della I Lettura è questo: Isaia quando scrive ha dinanzi un popolo, il popolo suo, il popolo di Israele che sta risorgendo, sta ricostruendo il Tempio. Nonostante si tratti di una situazione difficile, complessa e stenti anche la ricostruzione e lui pensa a quello che è successo e cioè che il Regno grande e potente della città eccelsa, Babilonia, è stato distrutto, una città che si credeva onnipotente, è stata casa sua, mentre questo popolo insignificante è riuscito a tornare di nuovo in patria e sia pure con fatica, sta ricostruendo il Tempio perché Dio fa cose umanamente impossibili. Perciò l’appello del Profeta è: Confidate nel Signore sempre! E noi questa fiducia la vogliamo tenere, non solo oggi, ma voi suore in particolare in quest’anno che deve essere un anno di grazia, un anno speciale, dove effettivamente si confida nel Signore perché questo carisma, questa intuizione di Maria Pia Notari possa rivivere secondo lo spirito iniziale, possa davvero produrre tanti punti di conversione, di illuminazione, di grazia non solo per voi stesse, ma per il territorio, per i luoghi dove voi vi trovate a vivere e non solo qui a Napoli, ma anche nelle altre case sparse nel mondo e siccome siamo nella Novena dell’Immacolata il pensiero a Maria mi sembra immediato. Penso a quello che ha detto la Madonna nel Magnificat, anche lei piccola, povera, si è resa conto che il Signore fa delle cose meravigliose, delle cose grandi: rovescia i potenti e innalza gli umili. Quindi se in questo momento forse ci troviamo sotto la Croce, vediamo che tante cose, anche nella nostra vita personale non vanno bene, non ci dobbiamo avvilire, dobbiamo confidare nel Signore e ripartire con più slancio, con più amore, con più fedeltà e questa fedeltà va mantenuta non nelle parole, ma nei fatti. Gesù ci ha detto stasera, ‘Non chi dice Signore, Signore! entrerà nel Regno dei Cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei Cieli’. Cioè ci salviamo non per le preghiere che diciamo, sono importanti le preghiere che ci aiutano a stare alti nello spirito a tenere una tensione buona, ad essere pieni di grazia, dia iuto divino, ma oggi sono necessarie le opere e il Signore lo dice perché il popolo di Israele era solito fare molte, molte preghiere, ma tutte in una forma legalistica, quelle preghiere non incontravano Dio, non si aprivano ai fratelli, erano un modo per mettere a posto la coscienza, semmai per apparire religiosi agli occhi della gente, agli occhi del prossimo. Ma non dobbiamo fare così, le nostre preghiere le dobbiamo vivere in pienezza, con tutto il cuore, con piena consapevolezza, senza biascicare delle formule, ma sentendole nel cuore quelle parole che noi pronunciamo. La cosa più importante è far si che la nostra vita sia tutta radicata in Dio. E’ Cristo la nostra roccia. Quindi dobbiamo costruire la nostra vita spirituale su Cristo, su Gesù e lo facciamo non solo ascoltando la Parola di Dio, ma mettendola in pratica, realizzandola. La differenza tra i due edifici, la casa costruita sulla sabbia e la casa costruita sulla roccia sta proprio in questo, che i primi che costruiscono sulla sabbia ascoltano la parola, ma non la mettono in pratica, si distraggono, gli altri invece ascoltano e mettono in pratica… solo questi si salveranno perché hanno costruito sulla roccia, perché Gesù parla di tempesta nella nostra vita e lo dico anche alle suore più giovani, alle due che oggi rinnovano i voti, il percorso non sarà sempre lineare, ci potranno essere delle tempeste e sicuramente le suore più anziane che mi ascoltano chissà quante prove hanno vissuto, prove personali, di comunità, familiari. Ora quando vengono queste tempeste per non essere sballottati e per non cascare completamente dobbiamo fondarci sulla roccia che è Cristo che è la Parola di Dio vissuta e allora produrremo frutti e allora nessuna tentazione, nessuno ostacolo ci allontanerà da Cristo e dalla nostra vocazione”.

Nella parte finale della sua omelia, il Vescovo ha invocato l’intercessione della Madonna a protezione delle suore e dei tanti presenti. “Concludo affidandovi tutti e tutte all’intercessione della Madonna e assicurando la preghiera sincera per tutte quante voi perché possiate realizzare al meglio il carisma che vi è stato donato”.

Dopo l’omelia, Suor Stevani Dani e Suor Masnur Marbun hanno rinnovato i voti di castità, obbedienza e povertà, nelle mani della Superiora generale, Madre Giovanna De Gregorio, sugellando il loro patto di fedeltà e di amore per Cristo.

                                                                                                                                                                    Laura Ciotola


Ultima modifica il Giovedì, 16 Dicembre 2021 16:44
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