Inizio Missione in Malawi - Africa In evidenza
- Pubblicato in News
- Commenta per primo!
https://www.suorecrocifisseadoratrici.org/news#sigProId7cc4d933b0
“MI HAI CHIAMATO: eccomi Signore!”. Con queste parole sabato 14 maggio 2022, nella Chiesa di San Gregorio Armeno in Napoli, suor Fatima ha preso i voti perpetui divenendo eterna sposa di Cristo.
A presiedere la cerimonia, S.E.R. Mons. Beniamino Depalma, Arcivescovo-Vescovo emerito di Nola, che ha esordito con l’augurio alla Congregazione CAE per i 100 anni di permanenza in San Gregorio Armeno: il prossimo 2 dicembre infatti, le Suore Crocifisse celebreranno il 1° centenario dal loro arrivo nel Monastero dedicato al Patriarca Armeno.
Proclamato il Vangelo, la candidata ha chiesto alla Superiora Generale, M. Giovanna De Gregorio, di poter fare la sua professione perpetua nella famiglia delle Crocifisse Adoratrici dell’Eucarestia.
L’omelia del Vescovo Depalma è stata un’inno all’amore, quello che con San Paolo ci fa dire, l’amore mi spinge, l’amore mi trasporta, l’amore mi porta avanti.
“Siamo donne e uomini bisognosi di amore […] chi fa l’esperienza dell’amore di Dio diventa un pozzo d’amore, che a sua volta deve generare amore”, ha spiegato il prelato, “Chi non genera amore non ha conosciuto Dio. Gesù ci ha chiesto di amarci. Ma come? Ci sono tanti tipi di amore: possessivo, amore che chiede reciprocità, amore violento e prepotente. Di fronte a tanti tipi di amore Gesù ci chiede un amore umile: dare senza pretendere nulla in contraccambio, perché la felicità è già nel dare. Così ha fatto Gesù: ha dato tutto. Gesù ha amato anche Giuda che stava per tradirlo, ha amato anche Pietro che stava per rinnegarlo. Ha amato senza nuocere e chiudere la nostra libertà”.
Un amore totalitario dunque, che ci abbraccia anche quando noi lo allontaniamo perché, ha spiegato Depalma, noi possiamo anche chiudere le porte della nostra vita a Dio, ma Dio non ci estromette mai dalla Sua vita.
“Abbiamo un Dio eccezionale e abbiamo un compito eccezionale: amare come vuole Dio”, ha continuato il Vescovo, “nel battesimo, nell’Eucarestia che riceviamo ogni giorno, riceviamo il cuore di Dio e per questo possiamo amare come Dio ama. Dentro di noi batte il cuore di Dio: se questo non è vero, non è vera nemmeno l’Eucarestia. Oggi Suor Fatima dice a noi tutti <Mi sono innamorata. Mi sono innamorata di Gesù Cristo che ha riempito il mio cuore e la mia vita> […]. Suor Fatima ha un cuore che non è disoccupato, ma è pieno della carità di Cristo. Dove c’è Dio non c’è paura. Dove c’è Dio non c’è buio. Non c’è fallimento anche se sbagliamo. Dove c’è Dio c’è futuro, c’è speranza, c’è coraggio”.
Il celebrante ha spiegato che non è impresa semplice innamorarsi di Dio, ma Dio dice come agli Apostoli: non aver paura, abbi fiducia in Cristo. Con l’invito a suor Fatima a fidarsi anche della sua Comunità e ad andare avanti sentendosi sempre accompagnata e mai sola, si è conclusa l’omelia.
Il Vescovo ha quindi posto le interrogazioni di rito alla candidata che al suono di “Si lo voglio”, ha confermato la sua scelta di volersi consacrare al Signore. Suor Fatima presentandosi davanti alla Superiora Generale e alle testimoni, suor Nimfa Dela Cruz e suor Lourdes Tabat, ha letto la formula della professione scritta, precedentemente, di suo pugno.
Terminata la solenne benedizione, Mons. Depalma ha consegnato l’anello a Suor Fatima: “Sposa dell’eterno Re, ricevi l’anello nuziale e custodisci integra la fedeltà al tuo sposo, perché Egli ti accolga nella gioia delle nozze eterne”.
Il rito si è concluso con le parole della Superiora Generale: “Suor Fatima, figlia carissima, tu fai ora parte di questa famiglia delle Crocifisse Adoratrici dell’Eucarestia e d’ora innanzi tutto sarà in comune con noi”. L’abbraccio tra le novella Sposa con M. Giovanna, suor Nimfa e suor Lourdes ha sugellato l’ingresso di suor Fatima tra le Crocifisse.
Presente alla Celebrazione anche l’Ambasciatrice delle Filippine presso la Santa Sede, S.E. la Signora Myla Grace Ragenia Catalbas Macahilig, che ha voluto salutare i presenti: “A nome dell’Ambasciata Filippine presso la Santa Sede e tutti i miei colleghi in tutte le parti dell’Ambasciata delle Filippine nella Repubblica Italiana, vorrei innanzitutto ringraziare le suore per averci fatto parte di questo giorno speciale per suor Fatima. Siamo venute qui con le nostre amorevoli preghiere per suor Fatima mentre affronta questa tappa speciale nella sua vita religiosa”. Quindi S.E. la Signora Myla Grace, a nome dell’Ambasciata delle Filippine ha offerto in dono alla novella sposa la pergamena con la benedizione del Santo Padre Francesco.
Suor Fatima ha quindi ringraziato il Vescovo celebrante, i sacerdoti presenti, la sua Congregazione, M. Giovanna per la materna assistenza, le Madri Consigliere, la Superiora di Napoli, la Madre Maestra e tutte le Consorelle. Un grazie anche all’Ambasciatrice filippina, Myla Grace e al Vice-Capo dell’Ambasciata Filippina in Italia, Consul Nina Cainglet, anch’ella presente alla Cerimonia. Un grazie agli amici e al coro. Infine Suor Fatima, commossa e nella sua lingua di origine, con voce incrinata dal pianto, ha ringraziato la sua famiglia lontana.
Laura Ciotola
La Chiesa di San Gregorio Armeno in Napoli, ha fatto da sfondo, lo scorso 2 febbraio, al 25° Anniversario di Professione Religiosa di Suor Glenda Joan V. Buen, Suor Marilou Corvero Luna, Suor Erenia Aro, Suor Emma Llamo e Suor Marivic Guichapin.
La Celebrazione Eucaristica è stata presieduta da S.E. Mons. Gennaro Acampa, Vescovo già Ausiliare di Napoli, che ha subito introdotto nella sua omelia, la doppia festa della celebrazione: quella della Presentazione di Gesù al Tempio e del 25° anniversario delle suore.
Maria e Giuseppe, pur sapendo che il loro figlio era il Dio fatto uomo, presentano Gesù al Tempio perché erano obbedienti in tutto, rispettavano le consuetudini e le leggi e la Madonna si sottopone al rito di purificazione, una purificazione rituale e non morale, lasciando a noi un esempio di obbedienza e fedeltà.
Gesù entra nel tempio che santifica con la sua presenza e diventa Lui stesso il luogo del vero incontro con Dio, non più il tempio fatto di strutture ma la Sua persona, immolata sulla croce, diventa anello di congiunzione dell’umanità intera. Simeone, presente al tempio, farà capire a Maria il grende significato della presenza di Gesù che sarà Colui che dividerà la storia e il mondo. Tanti si salveranno e accoglieranno la salvezza, altri invece gli si metteranno contro e, anche se non volendolo, Gesù diventerà un segno di divisione. Tutto ciò sarà, come avverte Simeone, motivo di sofferenza per Maria “Una spada ti trafiggerà l’anima”. Quindi già da quel momento Maria è proiettata verso il Calvario, verso l’immolazione del Suo figlio dove Ella subirà il martirio dell’anima, pur essendo viva nel corpo e diventerà, attraverso questo sacrificio immenso, la madre nostra, la madre della Chiesa, la madre dell’umanità.
Mons. Acampa introduce poi la seconda parte della celebrazione “Questa festa è anche chiamata festa della Luce - Gesù è la luce del mondo - dice Simeone - luce per le genti - e illuminerà tutto il mondo verso la salvezza. Anche noi, attraverso il simbolo delle candele accese, vogliamo essere luce per l’umanità. In questa festa vogliamo rivivere anche il momento della consacrazione delle nostre consorelle. Un cammino di fedeltà per 25 anni che ora si apre a una nuova tappa. Questa Messa vuole essere un ringraziamento per essere state scelte dal Signore e aver corrisposto a questa vocazione con l’aiuto della grazia di Dio, ma è anche un’occasione per riprendere nuovo slancio, per andare avanti nella stabilità della consacrazione al Signore. Ora è il tempo di raccogliere i frutti di bene coltivati in tanti anni di vita consacrata, il bene dell’anima, dell’umanità, della Chiesa, dell’apostolato”.
L’omelia si conclude con la promessa del Vescovo di accompagnare le suore con la preghiera e l’invito a rinnovare quel si di 25 anni fa con ancora più slancio. Un sì diverso dal primo che era apparentemente più entusiastico, un sì in qualche modo più sofferto, ma anche più carico di consacrazione, di dono di se stessi al Signore. “Come Gesù entrato nel tempio ha detto il suo sì al Padre, un sì sofferto, ma mantenuto nella più piena fedeltà, così deve essere il vostro sì, seguendo il carisma delle Suore Crocifisse dell’Eucarestia, un carisma bello, ancora attuale. Tanti oridini religiosi hanno visto sfumare il loro carisma, perché non più adeguato ai tempi… voi invece avete un carisma ancora attuale, oggi forse più di ieri. Bisogna immolarsi insieme a Gesù. Se l’immolazione è fatta per amore è, nello stesso momento in cui si vivono i sacrifici, fonte di gioia”. Mons. Acampa conclude con l’augurio che la Fondatrice possa raggiungere la gloria dell’Altare, possa essere riconosciuta beata anche in terra.
La celebrazione è proseguita con la rinnovazione della professione da parte di Suor Glenda Joan, Suor Marilou, Suor Erenia, Suor Emma e Suor Marivic.
Con voce commossa, Suor Mariolu, ha ricordato Suor Paula Sarona, che avrebbe dovuto celebrare l’anniversario di consacrazione con le consorelle, ma che ci ha improvvisamente lasciato lo scorso 26 novembre 2021, “Per Suor Paula, nostra compagna di viaggio, che in questo momento vive nella patria celeste, possa godere il Volto Misericordiodo dello Sposo Eterno. Preghiamo”.
Al termine della Santa Messa, Suor Marilou, parlando anche a nome delle consorelle ha reso grazie a Dio Padre, che ha seminato nel loro cuore il coraggio di abbracciare la vita di consacrazione; a S.E.za Rev.ma Mons. Gennaro Acampa, che ha presieduto la celebrazione; ai sacerdoti concelebranti e ai ministranti; alla Superiora Generale, Madre Giovanna De Gregorio per tutto quello che sta realizzando in un momento tanto significativo, dedicando se stessa per il bene di ogni suora; un grazie alla madre Fondatrice e a Madre Floriana De Rosa, che fu loro maestra di noviziato e di parte dello juniorato, prima di essere eletta Madre Generale dell’Istituto; alle formatrici e ai formatori, in particolare a padre Bruno Rampazzo, per la vicinanza e il sostegno nei giorni di preparazione all’anniversario.
Suor Glenda ha chiuso i ringraziamenti, dedicandoli ai loro genitori, primi educatori, che hanno insegnato loro a conoscere ed amare il Signore nei tanti esempi di fede, carità e speranza e che sono stati forza e guida del loro cammino; un grazie alla comunità di Napoli e alla Superiora Suor Nimfa Dela Cruz, che ha offerto un’ambiente favorevole a rinforzare l’intimità con Gesù; grazie al coro formato dalle consorelle e guidate dal maestro Biagio Terracciano e dopo un grazie a tutti i presenti, ancora un ricordo accorato alla consorella e compagna di viaggio Paula Sarona e a tutte le Crocifisse del Paradiso.
Suor Nemia Madera che inizialmente avrebbe dovuto celebrare l’anniversario insieme alle consorelle, ha potuto celebrare il suo venticinquesimo solo il 20 febbraio, con una cerimonia più intima presieduta dal Vescovo Acampa.
Laura Ciotola
Le nostre Suore della Comunità di Napoli hanno fatto visita, lo scorso 9 aprile, alla Casa per Anziani di Giugliano in Campania “Domus Flegrea Anziani”, per animare la S. Messa del Sabato che ha preceduto la Domenica delle Palme. La celebrazione è stata presieduta da Padre Serafino, cappellano dell’Ospedale Loreto Mare di Napoli e vi ha preso parte anche l’amico Ugo Ponti, che ci ha dedicato parole di apprezzamento e stima, che riportiamo.
“Grazie alla comunità delle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia per la loro continua missione verso i più deboli, svolta sempre in modo invisibile. Grazie a Padre Serafino, cappellano dell’ospedale Loreto Mare per la sua disponibilità nel seguirci in questa missione umanitaria, e soprattutto grazie a Michele Turizio proprietario dell’albergo Domus Flegreo, casa di accoglienza per anziani, che tratta i suoi ospiti proprio come suoi familiari cercando di non fargli mancare nulla e rendendo possibile, oggi, la celebrazione della Santa Messa, coinvolgendo i tanti anziani che non sono più in condizioni di andare in chiesa. Dico grazie, perché non dobbiamo mai dimenticare, come ci ricorda Papa Francesco che "I nonni e gli anziani non sono degli avanzi di vita, degli scarti da buttare… Non perdiamo la memoria di cui gli anziani sono portatori, perchè siamo figli di quella storia e senza radici appassiremo. Essi ci hanno custoditi lungo il cammino della crescita, ora tocca a noi custodire la loro vita, alleggerire le loro difficoltà, ascoltare i loro bisogni, creare le condizioni perchè possano essere facilitati nelle incombenze quotidiane e non si sentano soli".
- 2 dicembre 2022: Celebrazione Eucaristica per il 1° centenario di presenza delle Suore CAE nel Monastero di San Gregorio Armeno a Napoli - Presieduta dall’Arcivescovo di Napoli, S. Ecc.za Mons. Domenico Battaglia.
In occasione del 174° anniversario di nascita della Fondatrice dell’Istituto delle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucarestia, la Venerabile Maria Pia delle Croce, lo scorso 2 dicembre, la Congregazione CAE ha aperto l’anno in preparazione del centenario di presenza nel Monastero di San Gregorio Armeno a Napoli, con una solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Gennaro Acampa, Vescovo già Ausiliare di Napoli.
Questa presenza in uno dei territori più belli, ma anche più critici di Napoli, il suo centro storico, si è realizzata in quel lontano 1922, a seguito di una profezia che riguardò proprio la Fondatrice.
Leggi Storia dell'arrivo delle Suore CAE a Napoli
Prima dell’arrivo delle Suore Crocifisse infatti, il monastero di San Gregorio Armeno era abitato dalle Suore Benedettine, che, negli anni, avevano accolto non solo le loro consorelle, ma anche le Patriziane, alcune Clarisse, le Visitandine e una Francescana. Tuttavia, col passare degli anni, il numero delle suore andava diminuendo e l’ultima badessa, Giulia Caravita dei principi di Sirignano, era preoccupata per il futuro di quella casa a cui teneva tanto e che custodiva inestimabili reliquie come quelle di S. Gregorio e S. Patrizia e importanti opere d’arte.
Leggi storia delle Congregazioni che si sono succedute nel Monastero di san Gregorio Armeno
Accadde che, nel 1922, dopo una Novena di preghiere, la badessa decise di accogliere nel Monastero dedicato al Patriarca Armeno, le Suore Crocifisse. A tre anni dalla morte di Maria Pia, si realizzava quel disegno divino che la Madre aveva intravisto qualche anno prima: quel giorno infatti mentre era raccolta in preghiera presso la chiesa di San Gregorio Armeno, per assistere al solenne pontificale in onore di San Benedetto, si sentì come rivestita interiormente della virtù del Santo che sembrava volesse incitarla a continuare l’opera intrapresa. La badessa Caravita interpretò la loro visita di allora come un segno del cielo.
In occasione del centenario le Suore CAE hanno ottenuto dalla Santa Sede il decreto di Indulgenza Plenaria per chi, recandosi nella Chiesa di San Gregorio Armeno, dal 2 dicembre 2021 al 2 dicembre 2022, conseguirà le consuete condizioni: la confessione, la Comunione Eucaristica e preghiere secondo le intenzioni del Sommo Pontefice (Padre Nostro, Credo, Preghiera alla Beata Vergine Maria e Preghiera alla Venerabile Maria Pia della Croce e la Beata Maria della Passione).
La S. Messa che ha aperto quest’anno così importante è stata presieduta da Mons. Gennaro Acampa “Oggi inizia questo percorso in cui voi suore vi impegnerete ancora di più a vivere il carisma, ad essere presenti sul territorio, a fare del bene in modo da giungere rinnovate, sia come suore, che come comunità all’anno prossimo, quando si celebrerà una più grande solennità: il centenario” ha esordito il Vescovo, introducendo il tema del prossimo centenario della presenza delle Suore Crocifisse a San Gregorio Armeno. “Con la concessione della Santa Sede che, da oggi, entrando in questa Chiesa si può ottenere il dono dell’Indulgenza Plenaria a determinate condizioni: la confessione, la comunione, la preghiera per il Papa e soprattutto il desiderio di non peccare, di essere sempre nella grazia, quindi il pentimento di tutti i peccati, anche veniali che abbiamo commesso, la Chiesa ci aiuta. Deve essere un anno speciale, un anno bello, un anno di fede, un anno di grazia e ci da questi aiuti soprannaturali per poter vivere sempre in grazia, sempre pronti ad accogliere il Signore in ogni momento che Egli ci potrà chiamare a sé”.
Durante la celebrazione, due giovani suore CAE, Suor Stevani Dani e Suor Masnur Marbun hanno rinnovato i loro voti al Signore, rendendo ancora più solenne il momento.
“In questo contesto accogliamo il rinnovo dei voti di queste due giovani suore e certamente la Messa che celebriamo oggi è per loro, per queste due sorelle più piccole, più giovani” ha detto Acampa “ma anche per tutti quante voi suore e anche per la richiesta di qualche vocazione in più, visto che effettivamente le vocazioni, non solo le vostre, ma anche nel mondo scarseggiano. Quindi preghiamo perché ci siano tante altre vocazioni, altre persone che scelgono di donare la vita per il Signore e per i fratelli, seguendo un percorso di un carisma particolare come il vostro”.
Quindi Mons. Acampa, richiamando la Lettura del giorno ha introdotto questo tempo di Avvento, ribadendo la necessità di pregare, di vigilare per prepararci a rivivere il mistero della nascita di Cristo. “In questo contesto entra la Parola di Dio che ci sprona, ci illumina, ci impegna a vivere fino in fondo questo tempo di Avvento, questo tempo di grazia. Una volta si diceva che i tempi “forti” sono l’Avvento e la Quaresima. E questo è un tempo in cui noi ci prepariamo a rivivere, attraverso i segni liturgici, il mistero della nascita di Gesù e ci impegniamo anche ad essere pronti ad accogliere quando il Signore ci chiamerà nel Regno dei Cieli, nella Sua Casa. Quindi un tempo di vigilanza, un tempo di preghiera. Oggi particolarmente la I Lettura che abbiamo ascoltato, il testo di Isaia ci invita a confidare nel Signore, ed è bello che noi ci diciamo questo nel momento difficile nel quale ci troviamo a vivere, nel quale tante cose non vanno bene nel mondo, nella nostra società qui a Napoli e tante volte siamo presi dallo scoraggiamento, ma Dio può fare cose meravigliose in un momento. Il contesto della I Lettura è questo: Isaia quando scrive ha dinanzi un popolo, il popolo suo, il popolo di Israele che sta risorgendo, sta ricostruendo il Tempio. Nonostante si tratti di una situazione difficile, complessa e stenti anche la ricostruzione e lui pensa a quello che è successo e cioè che il Regno grande e potente della città eccelsa, Babilonia, è stato distrutto, una città che si credeva onnipotente, è stata casa sua, mentre questo popolo insignificante è riuscito a tornare di nuovo in patria e sia pure con fatica, sta ricostruendo il Tempio perché Dio fa cose umanamente impossibili. Perciò l’appello del Profeta è: Confidate nel Signore sempre! E noi questa fiducia la vogliamo tenere, non solo oggi, ma voi suore in particolare in quest’anno che deve essere un anno di grazia, un anno speciale, dove effettivamente si confida nel Signore perché questo carisma, questa intuizione di Maria Pia Notari possa rivivere secondo lo spirito iniziale, possa davvero produrre tanti punti di conversione, di illuminazione, di grazia non solo per voi stesse, ma per il territorio, per i luoghi dove voi vi trovate a vivere e non solo qui a Napoli, ma anche nelle altre case sparse nel mondo e siccome siamo nella Novena dell’Immacolata il pensiero a Maria mi sembra immediato. Penso a quello che ha detto la Madonna nel Magnificat, anche lei piccola, povera, si è resa conto che il Signore fa delle cose meravigliose, delle cose grandi: rovescia i potenti e innalza gli umili. Quindi se in questo momento forse ci troviamo sotto la Croce, vediamo che tante cose, anche nella nostra vita personale non vanno bene, non ci dobbiamo avvilire, dobbiamo confidare nel Signore e ripartire con più slancio, con più amore, con più fedeltà e questa fedeltà va mantenuta non nelle parole, ma nei fatti. Gesù ci ha detto stasera, ‘Non chi dice Signore, Signore! entrerà nel Regno dei Cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei Cieli’. Cioè ci salviamo non per le preghiere che diciamo, sono importanti le preghiere che ci aiutano a stare alti nello spirito a tenere una tensione buona, ad essere pieni di grazia, dia iuto divino, ma oggi sono necessarie le opere e il Signore lo dice perché il popolo di Israele era solito fare molte, molte preghiere, ma tutte in una forma legalistica, quelle preghiere non incontravano Dio, non si aprivano ai fratelli, erano un modo per mettere a posto la coscienza, semmai per apparire religiosi agli occhi della gente, agli occhi del prossimo. Ma non dobbiamo fare così, le nostre preghiere le dobbiamo vivere in pienezza, con tutto il cuore, con piena consapevolezza, senza biascicare delle formule, ma sentendole nel cuore quelle parole che noi pronunciamo. La cosa più importante è far si che la nostra vita sia tutta radicata in Dio. E’ Cristo la nostra roccia. Quindi dobbiamo costruire la nostra vita spirituale su Cristo, su Gesù e lo facciamo non solo ascoltando la Parola di Dio, ma mettendola in pratica, realizzandola. La differenza tra i due edifici, la casa costruita sulla sabbia e la casa costruita sulla roccia sta proprio in questo, che i primi che costruiscono sulla sabbia ascoltano la parola, ma non la mettono in pratica, si distraggono, gli altri invece ascoltano e mettono in pratica… solo questi si salveranno perché hanno costruito sulla roccia, perché Gesù parla di tempesta nella nostra vita e lo dico anche alle suore più giovani, alle due che oggi rinnovano i voti, il percorso non sarà sempre lineare, ci potranno essere delle tempeste e sicuramente le suore più anziane che mi ascoltano chissà quante prove hanno vissuto, prove personali, di comunità, familiari. Ora quando vengono queste tempeste per non essere sballottati e per non cascare completamente dobbiamo fondarci sulla roccia che è Cristo che è la Parola di Dio vissuta e allora produrremo frutti e allora nessuna tentazione, nessuno ostacolo ci allontanerà da Cristo e dalla nostra vocazione”.
Nella parte finale della sua omelia, il Vescovo ha invocato l’intercessione della Madonna a protezione delle suore e dei tanti presenti. “Concludo affidandovi tutti e tutte all’intercessione della Madonna e assicurando la preghiera sincera per tutte quante voi perché possiate realizzare al meglio il carisma che vi è stato donato”.
Dopo l’omelia, Suor Stevani Dani e Suor Masnur Marbun hanno rinnovato i voti di castità, obbedienza e povertà, nelle mani della Superiora generale, Madre Giovanna De Gregorio, sugellando il loro patto di fedeltà e di amore per Cristo.
Laura Ciotola
Presentato il nuovo statuto degli Ausiliari, ad experimentum: uno strumento che vuole dare rinnovato vigore ai laici della Congregazione della Suore Crocifisse
Il recente Capitolo Generale della Congregazione delle suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia, che ha rieletto Madre Generale suor Giovanna De Gregorio, si è tenuto all’insegna dell’esortazione evangelica “Duc in altum!” (Lc 5,4), quella che Gesù usa per sollecitare Pietro a prendere il largo con la barca affinché possa ottenere la pesca copiosa che poi effettivamente arriverà. In questa esortazione c’è un intero mondo nel quale il cristiano può e deve riconoscersi. C’è innanzitutto Gesù Cristo, che ci esorta a non avere timore, a prendere il largo, a scoprire l’ignoto per illuminarlo. C’è poi Pietro e, quindi, l’intera comunità dei fedeli ed in definitiva l’umanità intera, che è chiamata a compiere un atto di fiducia nel Cristo, a seguirlo senza remore. E c’è infine la pesca, il risultato della fiducia dell’uomo in Dio. Una pesca copiosa, abbondante, che rischia di rovesciare la barca.
Non poteva esserci tema più appropriato per il capitolo in cui è stato presentato il nuovo statuto dei laici della Congregazione, gli Ausiliari Eucaristici, frutto di un lungo lavoro di elaborazione, che ha l’obiettivo di essere l’ossatura di una rinnovata comunità di laici che, in tutto il mondo, proprio come le religiose della congregazione, ed al loro fianco, avrà il compito di testimoniare il carisma eucaristico. Un compito non facile, anzi, decisamente arduo, che però ha di fronte a sé proprio le parole di Gesù Cristo: “duc in altum! Prendete il largo, non abbiate timore! Andate in mio nome e vedrete che la pesca sarà copiosa!” Se questa è l’esortazione che interpella e convoca ogni laico battezzato, a maggior ragione essa deve vedere pronti quanti esprimono il desiderio di essere interpreti del carisma dell’Eucaristia. L’esortazione di Gesù, infatti, è innanzitutto un’ esortazione missionaria che indica di andare alle genti e di annunciare il verbo in nome suo. E’ una esortazione che ci chiede di farci pescatori di uomini. Un compito che è proprio di ogni cristiano, ma che non avrebbe nessun senso, né nessuna possibilità di successo, se non fosse fondato sulla realtà del corpo e del sangue di Cristo, cioè proprio sull’Eucarestia. Chi sono chiamati ad annunciare i battezzati se non il Cristo risorto? E chi è il Cristo risorto se non la Via, la Verità, la Vita? E come si percorre la Via e come si raggiungono la Verità e la Vita se non per mezzo dell’Eucarestia che è il sacramento della comunione e della unità?
I cristiani si ri-conoscono fratelli solo per mezzo del sacramento dell’Eucaristia che, proprio per questo, è detto della “comunione”; attraverso di esso Gesù Cristo diventa nostro sangue e nostra carne, di tutti e di ciascuno, di modo che così ci si possa ritrovare tutti come fratelli.
L’esortazione missionaria, dunque, deve essere innanzitutto accolta da chi ha scelto l’Eucarestia come proprio faro, da chi ha trovato nell’Eucaristia la sua più profonda vocazione e si impegna a portarla ad ogni uomo perché possa conoscere la Verità di Dio.
Agli Ausiliari Eucaristici allora, è affidata una missione che, per sua natura, non può che essere diretta a ciascun uomo, in ogni angolo del mondo. Una missione che, radicata nell’Eucaristia, viene portata avanti, però, con lo specifico della laicità, di chi, cioè, è “laicos”, uomo nel mondo ma non del mondo, impegnato nella sua quotidianità in mille attività diverse, in mille lavori, dal più semplice al più complesso; in tanti impegni di padre, madre, figlio, figlia, amico. Ecco, gli Ausiliari, al fianco della Congregazione e con la guida saggia della loro presenza e preghiera, sono chiamati, esortati, a farsi Eucarestia, in ogni angolo del mondo, in ogni attività umana eticamente orientata a Dio, ed a riportare sulla via della Verità, quanti non sono sulla via del Padre. E’ difficile? Certo! Ma è Gesù che ce lo ha detto: prendete il largo! Andate, non abbiate timore, fidatevi di me, gettate le reti!
Gennaro Salzano