Recita di Natale nella scuola di Santa Patrizia

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Il giorno 19 dicembre sono partite nella scuola "Santa Patrizia" di San Gregorio Armeno le recite organizzate in occasione del Natale, che sono continuate anche nei giorni del 20 e 21 dicembre.

I bambini, con i vestiti di scena e tanto entusiasmo, hanno ballato e cantato sulle note di famose canzoni natalizie e hanno inscenato, nonostante la loro tenera età, piccole recite sulla nascita di Gesù.

Tanta l´emozione sia dei bambini, soprattutto dei più piccini e degli alunni di 5 elementare che l´anno prossimo andranno in altre scuole, sia dei genitori venuti a vedere lo spettacolo e sia delle maestre che tanto si sono impegnate per regalare ai bambini un momento che porteranno nel loro cuore anche in futuro.

A conclusione dei vari spettacoli, la Superiora Generale delle Suore Crocifisse, M. Giovanna De Gregorio, ha ringraziato i presenti e augurato Buon Natale.

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Festa liturgica di Santa Patrizia - 25 agosto 2017

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Il 25 agosto si è celebrata, presso la Chiesa di San Gregorio Armeno in Napoli, la festa liturgica di Santa Patrizia, le cui spoglie riposano in una Cappella della stessa Chiesa, custodite, sin dal 1922, dalle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia.

 La Celebrazione Eucaristica è stata presieduta da  Mons. Lucio Lemmo, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Napoli, che nella sua omelia ha sottolineato che tutti, religiosi e laici, dobbiamo percorrere una strada di santità, strada che si segue avvicinandoci al nostro prossimo, anche ai nostri nemici, cercando di comprenderli e di usare la pazienza quando questo sembra difficile.

La Superiora Generale, M. Giovanna De Gregorio ha poi ringraziato i presenti ed in particolare Mons. Lemmo, invitando a portare la Parola del Vangelo anche nella vita quotidiana e a percorrere una vita di santità sull'esempio di Santa Patrizia che "deve essere la luce della nostra vita".

Ricordiamo la Patrona di Napoli attraverso le parole di Monsignor Enrico Cirillo, estrapolate dalle Riviste “Un Servizio D’Amore- La voce di S. Patrizia” del marzo e agosto 2002, di cui lo stesso Cirillo fu Direttore Responsabile.

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Santa Patrizia

Ricordiamo la Patrona di Napoli attraverso le parole di Monsignor Enrico Cirillo, estrapolate dal periodico trimestrale dell'Istituto delle Suore Crocifisse Adoratrici dell'Eucaristia  "Un Servizio d'Amore"  del marzo e dell'agosto 2002, di cui lo stesso Cirillo fu Direttore Responsabile.
Santa Patrizia
Nel cuore di Napoli una nobile giovane, Patrizia, donò ai bisognosi i suoi averi e testimoniò con la vita le sue nobili virtù. La ricordiamo perché sia modello di vita per la nostra gioventù partenopea e la invochiamo come Santa perché ci ottenga pace, amore e provvidenza.
Sebbene poco sappiamo dell’infanzia e dell’adolescenza di S. Patrizia Ella è particolarissima a Napoli: è la Santa più amata e più venerata.
La storia della sua vita è stata scritta da un prete che celebrava la S. Messa tra le suore che erano state compagne di viaggio di S. Patrizia e, si dice, infatti, che Ella era una vergine di Costantinopoli, vissuta nel secolo VII, forse nipote dell’Imperatore Costante (668-685).
Avrebbe trovato asilo a Napoli insieme alla sua nutrice Aglaia e avrebbe visitato il Monastero dei Santi Nicandro e Marciano, sopra Caponapoli e da lei scelto come luogo della sua sepoltura.
A Roma avrebbe ricevuto il velo dalle mani del Papa di allora. Tornò in Patria e seppe della morte del padre, Veleggiando verso l’Italia, dopo un viaggio in Palestina, sarebbe approdata a Napoli ed accolta al Castel dell’Ovo e lì avrebbe finito i suoi giorni. Dire di più sarebbe cadere nelle storie fabulose che non giovano al culto della Santa.
S. Patrizia fu tanto venerata, fin dai tempi antichi, e il suo culto superò la memoria dei Santi Nicandro e Marciano al punto che la Chiesa e la strada presero il suo nome.
La sua festa si celebra il 25 agosto.
Nel 1625 fu dichiarata Compatrona di Napoli e la sua statua d’argento fu collocata nella Cappella del Tesoro di S. Gennaro il 6 aprile 1642.
Soppresso il monastero dove abitava con le sue ancelle, che seguirono, probabilmente il carisma delle Benedettine, ed espulse le suore, si trasferirono e si riunirono alla suore di S. Gregorio Armeno e portarono con loro il Corpo e il Sangue di S. Patrizia.
Nel 1922, quando la Madre Fondatrice (Maria Pia della Croce) era già morta da 3 anni, la giovane Congregazione delle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia, portò una ventata di primavera e un’ardente di amore e ancora oggi non solo confezionano le ostie per la S. Messa, ma dirigono la scuola elementare “S. Patrizia”.
Il culto in onore di S. Patrizia
Il desiderio di mettere a contatto con S. Patrizia per comporre un quadro esatto della sua vita potrebbe indurci a camminare sul fragile terreno della leggenda per mancanza di documenti contemporanei alla sua presenza a Napoli.
Tuttavia, quando si cammina sul filo di una solida tradizione ed emergono i lineamenti di una “Santa” non siamo autorizzati a ridimensionarla inesorabilmente fino a polverizzarne l’esistenza.
E’ vero che poco dicono gli storici su Santa Patrizi, ma molto dicono invece gli umili che hanno saputo trarre dalla tradizione una immagine valida a celebrarne il culto insieme al desiderio di imitarne le virtù.
Conosciamo il luogo del suo approdo a Napoli e i vari luoghi ove il suo corpo è stato successivamente traslato fino all’ultima degna “Cappella” nella monumentale Chiesa di S. Gregorio Armeno.
Due punti certi di riferimento ce ne danno testimonianza:
-      il suo Corpo, custodito e venerato dal popolo e dalle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia nella Chiesa annessa al Monastero di S. Gregorio Armeno.
-    il Culto: dal momento della sepoltura di S. Patrizia (metà del secolo VII) nacque un rilevante culto verso di lei, perché nella metà del secolo XII, cioè ne 1148, il Monastero dei Santi Nicandro e Marciano ove era stata piamente tumulata, venne denominato con i titoli di “S. Nicandro, Marciano e Patrizia”. Ciò denota che il culto verso la giovane “Patrizia” si impose così rigorosamente da cancellare gradualmente la memoria dei Santi Nicandro e Marciano (Martiri della Mesia) fino ad essere denominato unicamente: “Monastero di S. Patrizia”.
S. Patrizia, dunque, resta viva nella tradizione Napoletana e il culto di millecinquecento (1500) anni non si può cancellare.
E’ giustificata così la devozione e la venerazione dei Vescovi, dei Sacerdoti che hanno lasciata integra tale tradizione liberandola da pie colorazioni che posteriori biografi hanno tentato di costruire intorno alla Giovane costantinopolitana, degna di essere considerata “Santa” specialmente per la povertà evangelica che esercitò fino alla morte.
La veneriamo ugualmente perché la sua storia è consegnata alla genuina e costante tradizione.
Il suo nome è invocato nelle litanie dell’Ordo ad ungendum infirmos del secolo VII, Ordo conservato nel Monastero di S. Gregorio Armeno.
Abbiamo poi un’altra incontestabile testimonianza: il 28 ottobre del 1625, S. Patrizia fu inclusa tra i Santi Compatroni di Napoli e la sua statua d’argento venne collocata nella Cappella del Tesoro di S. Gennaro ed esposta alla venerazione dei fedeli insieme alle altre 50 statue dei Santi Compatroni della città.
Ogni martedì e specialmente nel giorno della sua festa liturgica, il 25 agosto, una folla di oltre mille fedeli accorre da tutta la città e dalla campagna e si accosta all’Eucaristia, dopo avere celebrato il Sacramento della Riconciliazione, amministrato da decine di sacerdoti che spontaneamente accorrono per assolvere a questo sacro avvenimento.
Nel Monastero c’è un salone alle cui pareti sono esposti tanti ex-voto offerti a S. Patrizia in segno di riconoscenza per i favori e le grazie ricevuti per intercessione della Santa.
                                  Enrico Cirillo
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Commemorazione di Santa Patrizia del 25 agosto 2018

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Anche questo 25 agosto, nella Chiesa di San Gregorio Armeno, la città di Napoli ha commemorato Santa Patrizia con una solenne Concelebrazione Eucaristica, presieduta dal Cardinale di Napoli, Mons. Crescenzio Sepe.

Alla numerosa folla accorsa a rendere omaggio alla compatrona di Napoli, Mons. Sepe ha parlato di una giovane Patrizia, che pur essendo discendente della famiglia imperiale di Costantino il Grande, non ha esitato a rinunciare alle sue ricchezze e ai suoi titoli per divenire povera e consacrarsi a Cristo, nonostante l'opposizione della famiglia. La Provvidenza poi volle che questa giovane "principessa" si radicasse nella città del sole per divenirne compatrona assieme a San Gennaro. Una Santa giovane Patrizia, che morta all'età di 21 anni, è divenuta simbolo di una santità che può e deve riguardare anche i giovani, come giovane e santo è stato anche Nunzio Sulprizio, che morto proprio qui a Napoli è stato un vero esempio di virtù e che proprio per questo sarà canonizzato a Roma il prossimo 14 ottobre.

Il Cardinale nel ricordare che nel 1864 le spoglie mortali di Santa Patrizia furono traslate nel complesso monumentale di San Gregorio Armeno, dove ancora oggi riposano, ha concluso con l'insegnamento che Patrizia ci ha lasciato "siate coerenti, siate fieri di essere cristiani, impegnatevi a testimoniare la vostra fede anche di fronte alle difficoltà di un mondo come quello di oggi così materializzato e avrete la gioia  e la grazia di Dio che vi ama, vi è vicino, vi assiste".

La celebrazione è infine terminata con il consueto saluto di Mons. Sepe " A' Madonna v'accumpagne!"

Leggi omelia del Card. Sepe su "Nuova Stagione"

Napoli, 25 agosto 2018                                                                               laura ciotola

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