Ausiliari Eucaristici


Successivamente alla fondazione dell'Istituto delle Suore Crocifisse Adoratrici di Gesù Sacramentato, la Madre Fondatrice, M. Pia Notari, per sollecitare la comunità cristiana ad una più attiva partecipazione alla vita eucaristica e in modo speciale all'adorazione di Gesù Sacramentato, estese l'ideale proprio della sua Congregazione al mondo laico con l'istituzione di un Pia Aggregazione alle Opere delle Suore Crocifisse Adoratrici, perché tutti potessero concretamente concorrere alla maggiore diffusione del culto a Gesù Sacramentato, avvicinarsi ai Misteri della Passione e Morte di Cristo e anche per fare opere riparatrici.

La prima famiglia laicale nacque a Gaeta con il nome di “Pia Aggregazione alle opere delle Suore Crocifisse Adoratrici del SS. Sacramento” e ricevette l'approvazione dell'Arcivescovo di Gaeta, Mons. Francesco Niola, il 25 novembre 1909.

Lapia unione, formata da donne devote d’ogni condizione, cioè nubili e coniugate, figliuole e madri di famiglia, d’umile e di alto ceto, nelle quali ardeva l’amore di Gesù, nasceva, dal ventre stesso delle suore crocifisse affinchè vivesse nel respiro ecclesiale dell'Istituto e ne amplificasse gli orizzonti.

In realtà una prima testimonianza della famiglia laicale delle suore crocifisse, la troviamo, sempre a Gaeta, nel 1910, con la nascita dei “Paggi del SS.mo Sacramento”, una Pia unione voluta dalla Madre per tener compagnia a Gesù Eucaristia nei giorni di solenne Esposizione.

Nel 1914, la Pia Aggregazione, intanto divenuta parte integrante della Congregazione anche nelle altre case, prese il nome di “Damigelle del SS. Sacramento”.

Una nuova regolamentazione della famiglia laica si rinviene nello statuto del 1942 in cui leggiamo che all’Aggregazione potevano appartenere fedeli di ambo i sessi e che potevano essere iscritti anche i defunti affinché tutti gli iscritti, potessero essere ricordati, giornalmente, nelle preghiere comuni che si facevano in ogni casa dell’Istituto e affinché potessero partecipare, in vita e in morte, al merito di tutte le pie e buone opere compiute.

A dare nuova veste e nuovo vigore all’ aggregazione laica fu la Madre Generale, M. Giuliana Formisano, che il 19 marzo 1978 approntando un nuovo statuto la battezzò infine come associazione delle “Ausiliarie Eucaristiche”.

Si stabilì che le iscritte alla nuova famiglia laica potessero consolidare il loro impegno anche con voti, pur rimanendo nella condizione di vita meglio rispondente alle loro attitudini e che, attraverso incontri periodici, ritiri spirituali e giornate di preghiera, vivessero più intensamente l’ideale cristiano.

Ancora oggi la famiglia degli Ausiliari Eucaristici, che annovera parecchi iscritti, si riunisce nelle diverse case delle Suore Crocifisse per partecipare a manifestazioni, incontri di preghiera e corsi di formazione.

 


 

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Incontro degli Ausiliari Eucaristici

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Lo scorso 23 giugno si è riunito un gruppo di circa 60 Ausiliari Eucaristici delle case di Capriglia, Napoli, Nocera Superiore e San Giorgio a Cremano per trascorrere una giornata di preghiera e spiritualità.

La prima tappa è stata il Santuario “Maria SS. Del Buon Consiglio” di Torre del Greco, dove gli Ausiliari e le Ausiliarie assieme alle Suore Crocifisse che li hanno accompagnati, sono stati calorosamente accolti dal parroco, don Ciro Sorrentino che ha illustrato la storia del Santuario evidenziandone i grandi valori architettonici.

icona pdfscarica depliant Santuario Maria SS. del Buon Consiglio

E’ seguita la concelebrazione eucaristica officiata da don Pino Giordano, Assistente spirituale del gruppo degli Ausiliari e da P. Francesco Rinaldi, che mensilmente incontra gli Ausiliari di San Giorgio a Cremano per momenti di riflessione.

Dopo una breve pausa con pranzo a sacco, il gruppo si è riunito nuovamente con don Pino Giordano che ripercorrendo gli scritti della Madre Fondatrice delle Suore Crocifisse, Madre M. Pia Notari, ha evidenziato come emergesse una forte devozione mariana che la Fondatrice volle trasmettere alle sue figlie. Allo stesso modo don Pino ha invitato gli Ausiliari alla stessa devozione così come voluto anche dal loro Statuto.

Nel pomeriggio il gruppo si è recato nel Santuario della “Madonna dell’Arco” di Sant’Anastasia, dove c’è stato il passaggio per la Porta Santa voluta per il Giubileo dell’Anno della Misericordia, e la recita del S. Rosario.

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"Manifesta con la vita il tuo essere di Cristo": a San Giorgio a Cremano si consacrano nuove Ausiliare Eucaristiche

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Lo scorso 27 ottobre, 10 nuovi membri sono entrati a far parte della famiglia laica delle Suore Crocifisse Adoratrici dell'Eucaristia, gli Ausiliari Eucaristici.

L'evento è stato accompagnato da una Celebrazione Eucaristica presso la Chiesa del Convento delle Suore Crocifisse di San Giorgio a Cremano, officiata da don Pino Giordano, Assistente spirituale del gruppo degli Ausiliari, che nella sua omelia ha sottolineato l'importanza dell'Eucaristia attraverso cui, Cristo ci ama in modo unico ed irripetibile "... oggi la Parola presenta due immagini apparentemente contrastanti la forza che viene da un’armatura e il volto del Cristo sofferente e perseguitato. Gesù sta per essere consegnato nelle mani degli uomini ma occorre sottolineare come la storia della Passione sia una continua consegna del Maestro: nelle mani dei soldati, in quelle del Sinedrio, in quelle di Erode, di Pilato, quest’ultimo poi vuole lavarsi le mani del Suo sangue innocente. Apparentemente Cristo è lo sconfitto, anche se in realtà è il vero Protagonista di questa Storia perché è Lui che si consegna nelle mani del Padre: “ Padre, nelle Tue mani consegno il mio Spirito” e inoltre è sempre il Figlio di Dio che consegna alla storia attraverso il ladrone pentito un messaggio di Salvezza: - Oggi sarai con me in Paradiso - Cristo ci ama in modo unico e irripetibile e continua a consegnarsi a noi nel dono dell’Eucarestia, quel pezzo di pane in cui è racchiuso tutto il Mistero del Suo Amore".

icona pdfomelia don Pino Giordano

Dopo essere state chiamate dalla Superiora locale della casa di San Giorgio a Cremano, M. Rosaria Petti, le nuove entrate tra le file della famiglia laica, hanno manifestato al suono di "eccomi", la loro volontà di consacrarsi e hanno risposto "Si, lo vogliamo" alle domande di rito poste loro da  Don Pino: “Volete vivere nella vostra comunità parrocchiale l’impegno di presenza,  manifestando un particolare amore per il Mistero Eucaristico? - Volete vivere con assiduità i vari momenti della vita per crescere sempre di più nella fede e nella conoscenza della spiritualità dell’Associazione?”

Con la recita della formula di consacrazione, Abenandi Maria Rosaria, Barone Amelia, Boni Silvana, Caputo Francesca, De Siano Letizia, Del Piano Lina, Esposito Elvira, Oppolo Anna, Paladino Maria e Sannino Antonietta hanno consacrato se stesse all’Adorazione dell’Eucaristia, mistero del Corpo e del Sangue di Cristo, e si sono unite alle Suore Crocifisse per meglio adempiere un così nobile impegno.

Il loro ingresso nella famiglia laica delle suore è stato suggellato dalla consegna del distintivo da parte della Superiora Generale, M. Giovanna De Gregorio, “questo distintivo sia il segno eterno della tua appartenenza alle Ausiliari Eucaristiche, manifesta con la vita il tuo essere di Cristo”.

La Cerimonia si è conclusa con un dono e un augurio da parte di M. Giovanna per le Ausiliari, “vi dono un quadretto di Maria Ausiliatrice, che è presente nella nostra Chiesa di Nocera Superiore. Prendetela ad imitazione la Madonna e affidatevi a Lei perché è l’aiuto dei cristiani come voi, che dovete imitarLa; aiuto per tutti nel conoscere ogni giorno e innamorarsi sempre più di Gesù Eucaristia: è questa la gioia della Madonna, è questa la gioia di tutti e questo è quello che avete professato”.

                                                                                                                                                                                                 Laura Ciotola

 

 

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Gli Ausiliari Eucaristici riuniti a San Giorgio a Cremano

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2 Aprile, San Giorgio a Cremano

INCONTRO AUSILIARI EUCARISTICI

Il 2 aprile 2017 gli Ausiliari Eucaristici si sono riuniti presso il Convento delle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucarestia di San Giorgio a Cremano.

L’incontro è stato organizzato e gestito dai Responsabili degli Ausiliari, Madre Rosaria Petti, Superiora locale della casa di San Giorgio a Cremano e don Pino Giordano, loro Assistente spirituale e ha visto la partecipazione degli Ausiliari delle Comunità di San Giorgio a Cremano, Capriglia, Castel San Giorgio, Napoli e Nocera Superiore.

Durante la mattinata il gruppo si è soffermato sulla meditazione della resurrezione di Lazzaro, in cui si è evidenzata la certezza principale della fede, Gesù è vero Dio e vero Uomo.

La Celebrazione Eucaristica, presieduta dallo stesso don Pino, che è seguita alla meditazione, è stata quindi l’occasione per professare la fede nel Cristo morto e risorto. 

Nel pomeriggio don Pino ha esposto ai presenti alcuni punti fondamentali del nuovo Statuto degli Ausiliari Eucaristici che è ancora in preparazione, ma che sarà presto completato.

Successivamente il gruppo degli Ausiliari si è riunito in Cappella per l’Adorazione Eucaristica, e don Pino ha raccontato un aneddoto che ha richiamato la spiritualità delle Suore Crocifisse: nella loro casa di San Giorgio a Cremano si conserva ancora una riproduzione di Gesù nell’Orto, fatta costruire dalla stessa Fondatrice, Maria Pia Notari, che ancora ragazzina, vendette degli orecchini regalatigli dalla madre per poter avere questa rappresentazione del Signore.

Gli Ausiliari si sono fermati dinanzi a questa immagine invocando il grande amore di Maria Pia per il momento dell’agonia di Gesù nell’Orto.

“Ed è proprio in Gesù agonizzante nell’Orto degli Ulivi”, ha sottolineato don Pino,  “che ritroviamo la nostra vita quotidiana, lo scorrere delle nostre vicende e a Lui dobbiamo chiedere la forza di poter camminare sempre di più nelle Sue vie, fatte di tante agonie, ma anche e soprattutto dal desiderio della resurrezione”.

                                                                       Madre Rosaria Petti

1. Ausiliari 2.4.17

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Incontri e attività degli Ausiliari Eucaristici nel 2017

Incontro degli Ausiliari Eucaristici a Napoli: 6 febbraio 2017

Incontro 6 febbraio 2017 presso il Monastero di San Gregorio Armeno

Il 6 febbraio 2017, nel Monastero di San Gregorio Armeno, c’è stato il terzo incontro annuale degli Ausiliari Eucaristici di Napoli, guidato da Padre Carmine Mazza.

Partendo dalla lettura di un passo del Vangelo, ci si è confrontati sulla attualità del suo messaggio nella nostra società.

La lettura era inerente il capitolo 5,1-11 del Vangelo di Luca, nel quale Gesù chiama i primi apostoli e in particolare gli evangelisti a documentare il Suo insegnamento. Proprio a questa documentazione si ispira la Chiesa per la sua organizzazione e per determinare le decisioni e gli orientamenti da seguire in campo religioso.

In questi versetti di Luca, Gesù parla alla folla che si intratteneva con Lui, per poi rivolgersi a chi era lontano: ai pescatori che erano impegnati nel loro lavoro e in pena per non aver realizzato alcun guadagno.

Padre Carmine ha sottolineato come l’incontro con Dio avvenga sempre in maniera imprevedibile e inaspettata, per l’uomo ma non per Dio, il cui agire va sempre e comunque al di là di tutti gli schemi mentali umani.

L’incontro con Dio avviene in semplicità: quante volte abbiamo pensato che la soluzione ai nostri problemi fosse lontana e che per raggiungerla servisse scalare montagne e rincorrere chimere, per accorgerci poi, che la soluzione era a nostra portata, sarebbe bastato fermarsi e guardarsi attorno e dentro!

E’ sempre Gesù che ci viene incontro, ci viene a cercare: Gesù chiede in maniera innocua e non pretende mai di far violenza, ma con l’atteggiamento di chi ama incondizionatamente, chiede a noi, come chiese agli apostoli, di poter “salire sulla barca” cioè nella nostra vita e dipenderà poi da noi se farlo “salire”, cioè fermarci ed ascoltarlo.  Alla domanda "dove possiamo aver visto Cristo" o "dove l’abbiamo incontrato" o "dove l’incontriamo" ricordiamo Mt 25,3 1-46.

Nel momento in cui si siede nella barca, Gesù rivela di essere il Maestro e come tale vuole essere accolto, perché seguendo Lui, la Sua Parola, noi intraprendiamo un cammino di salvezza.

 L’ascolto della Parola segna l’inizio del percorso cristiano, a questo segue la “conversione”, cioè la messa in atto della Sua Parola.

Una volta che Dio è entrato nella nostra vita, nulla è più come prima: Pietro, che, durante la notte, non aveva pescato nulla, rigetta di nuovo le reti in mare, ubbidendo a Gesù, che era stato fino a quel momento uno sconosciuto e per giunta non esperto di pesca!

 E come dirà Paolo: “Fides ex audito”, Pietro abbandona tutto, la vita di sempre, per fare la Volontà del Signore e, sull’esempio dell’Apostolo, hanno agito anche i Santi, che dopo l’incontro con la Parola e quindi con Gesù, hanno dato una diversa direzione alla loro vita.

La Parola di Gesù viene definita da Padre Carmine "parola forte", perché molto spesso sembra essere in aperta contraddizione coi nostri bisogni; occorre un abbandono totale a Dio e un credere senza limiti, per poter superare gli ostacoli che si frappongono all’accogliere Dio nel nostro vivere comune.

E Padre Carmine ribadisce, come dalla Parola di Cristo ci venga un altro monito: a non dividerci, a non considerarci migliori degli altri solo perché conosciamo la Parola di Gesù! Noi infatti ci limiteremo sempre a conoscerla con la mente e non con il cuore, se non accettiamo che l’Amore, quello Vero, abbraccia tutti, anche chi non la pensa come noi, e soprattutto i nostri nemici.

Un grosso ostacolo a seguire Gesù è dato dal senso del peccato che ci portiamo dentro. Dobbiamo però essere consapevoli che Gesù non è venuto per i sani, che sono già salvi agli occhi di Dio, ma per i peccatori, per aprire, anche a loro, la Porta della Misericordia.

Basta un "sì" di disponibilità alla Sua Parola e Lui, Amore senza limiti, ci accompagnerà   e ci sosterrà nelle prove.

                                                    Grazia Di Paola, Ausiliaria Eucaristica

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Incontro degli Ausiliari Eucaristici a Napoli: 17 giugno 2017

Incontro 17 giugno 2017 presso il Monastero di San Gregorio Armeno

Sabato 17 giugno 2017 si è tenuto in San Gregorio Armeno l’ultimo incontro dell’anno di noi Ausiliari Eucaristici, guidato da Padre Carmine Mazza che ci ha proposto, a chiusura della nostra catechesi, il passo del Vangelo che celebra la solennità del Corpus Domini ( Gv 6, 51-58):

"In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».

Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno»"

Giovanni dedica un intero capitolo all’Eucarestia, ma non lo tratta come gli altri Evangelisti, che pongono il discorso di Gesù subito dopo la lavanda dei piedi. L’apostolo infatti chiude il racconto dell’Ultima Cena con  la descrizione della lavanda dei piedi, a voler significare che essa  ha la stessa  valenza e importanza dell’Eucarestia: chi segue Gesù guarda alla vita spirituale come servizio.

Giovanni esamina, a fondo la funzione e il valore dell’Eucarestia: già precedentemente, con il miracolo della moltiplicazione dei pani, aveva introdotto il discorso sull’importanza del pane come cibo necessario alla vita dell’uomo. C’è un filo, un nesso che sottende gli episodi narrati e quel filo è la fede in Gesù, che è capace di trasformarci, attraverso il nutrimento del Suo cibo, come lo stesso Gesù afferma pubblicamente nella Sinagoga a Cafarnao.

Si chiude così un discorso che era cominciato sulla montagna dove Gesù aveva indicato le beatitudini che consentono di far parte del Regno del Padre.

Il pane è, dunque, il corpo di Dio, e non quello che gli Ebrei mangiarono al tempo di Mosè che li aveva condotti nel deserto, luogo prescelto come la montagna, per fare silenzio, allontanarsi dalla mondanità e ascoltare la voce di Dio, che proprio in quel luogo aveva soccorso, ancora una volta, il suo popolo, sfamandolo con un pane essenziale, necessario ad un corpo sfinito e logorato.

 Il pane di cui parla Gesù invece, in questo passo del Vangelo è diverso: è sceso anch’esso dal cielo  ma è sovra-sostanziale, è Verbo fatto carne,  senza Esso l’uomo è avvolto dalle tenebre e si  priva della Vita eterna. Proprio per questo, Dio nella sua infinita Misericordia, ha permesso che questo pane continui a far parte della nostra vita, che sia nostro nutrimento quotidiano attraverso l’Eucarestia.

L’origine del culto eucaristico, invero risale al Medioevo: la sua diffusione si deve in particolar modo   alle preghiere, all’azione fervente della promotrice e sostenitrice dell’Adorazione Eucaristica, Suor Giuliana di Cornillon.

 Fu poi Papa Urbano IV che ne istituì il Sacramento, estendendolo a tutta la comunità ecclesiale e dando il compito, proprio qui a Napoli, a Tommaso d’Aquino di scrivere il contenuto connesso alla liturgia di tale solennità.

L’apice della sua diffusione ci fu nel ‘500, come risposta da parte della Chiesa Cattolica, all’indomani della riforma luterana, che riconosceva solo il Sacramento del Battesimo, riducendo gli altri Sacramenti ad eventi sì edificanti, ma sempre testimonianze-ricordo della religione cristiana. L’Eucarestia diventava quindi per i protestanti la cena, durante la quale si ricordava che Gesù  aveva spezzato il pane, dandolo ai discepoli.

 Roma, dunque, dovette ribadire che l’Eucarestia non è né un simbolo, né un’allegoria, ma una realtà: durante la messa si  perpetua il sacrifico di Gesù, il suo donarsi  quotidianamente e fattivamente ad ogni uomo, trasformando, sull’altare, il pane e il vino  nel Suo Corpo e nel Suo Sangue  e offrendolo  a chiunque voglia cibarsene.

Questa verità fu affermata non solo a livello dottrinale ma anche attraverso i sensi, ad esempio visivamente: tutte le chiese dovevano avere l’altare al centro e non, come avveniva precedentemente, nelle chiese gotiche, dove per chi vi entrava era nettamente visibile e distinguibile, rispetto agli altri elementi, il Coro. L’altare doveva essere preminente perché la Chiesa ha ragion d’essere se permane e si eterna il sacrificio reale di Gesù.

Si istituirono così anche le 40 ore di adorazione per mantenere vivo nel cristiano la presenza reale di Gesù nell’Eucarestia.

Nel corso del tempo, però, il culto non è stato sempre inteso nella sua giusta ottica: il pane va innanzitutto consumato, come indica Gesù, perché è il Suo Corpo e non va disgiunto dalla celebrazione della Messa e dalla confessione.

Anche Paolo Burali espresse il suo pensiero sul pericolo di fraintendere, travisare il valore dell’Eucarestia. Essa non va intesa, fondamentalmente, come contemplazione di un Mistero, Gesù ha manifestato la Sua Volontà chiaramente: vuole che mangiamo il Suo Corpo, perché anche noi possiamo trasformarci in Lui e formare e diventare, al suo banchetto, una sola Persona, la Sua.

Padre Carmine ci ha invitato non solo a riflettere, ma ad entrare, ogni volta nella Casa di tutti, sostando davanti all’altare, per avere fermo il convincimento che lì c’è  la presenza reale di Gesù.

 E ancora di tenere bene in mente la risposta che diede Pietro a Gesù, il quale vedendo che coloro che lo stavano ascoltando si allontanavano scandalizzati, chiese ai discepoli se anche loro volessero andare via e così: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». (Gv 6,60-69).

 E ritornando alle parole di Gesù, Padre Carmine ci ha fatto notare che il tempo presente prevale su quelli futuri. Solo Egli riesce a soddisfare la nostra fame, a dare una risposta ai nostri inquietanti dubbi, nutrendoci del Suo Corpo durante la Messa, noi riusciamo ad avere Lui in noi e niente può farci male. Non dobbiamo cadere in falsi ragionamenti come il non accostarci all’altare perché ci sentiamo indegni. Gesù è venuto per tutti, soprattutto per i ”malati” nello spirito, per i peccatori: per primo ci ha teso la mano e noi non dobbiamo allontanarla, se grande è il  Suo Mistero tanto è più grande il Suo Amore che ci salva e ci santifica.

L’incontro si è concluso con delle considerazioni degli Ausiliari sulle attività dell’anno trascorso insieme.

Terminata la catechesi di quest’anno, ognuno di noi ha sentito il bisogno di esprimere cosa e quanto abbia appreso. Dal punto di vista della socialità abbiamo constatato che si è creato un affiatamento che man mano si è trasformato in amicizia, nonostante le personali differenze ed esigenze. E questo è stato possibile grazie alle lectio dei vari incontri e al dibattito che ne seguiva. Per dirla alla Padre Carmine, si è creata una relazione, che ha alla base la conoscenza e l’amore per Dio.

Tutto ciò costituisce un motivo in più per ringraziare Suor Lucia che ha voluto questi incontri, e li ha animati con la sua amabilità sensibilità e disponibilità e Padre Carmine, ministro di Dio, la cui mente e cuore procedono all’unisono e che riesce a trasmettere concetti e verità con una semplicità e con un’umiltà, che sono proprie dei grandi.

                             Grazia Di Paola, Ausiliaria Eucaristica

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Incontro degli Ausiliari Eucaristici a Napoli: 21 maggio 2017

Incontro 21 maggio 2017 presso il Monastero di San Gregorio Armeno

Il 21 maggio 2016, noi Ausilairi Eucaristici ci siamo incontrati nuovamente presso il Monastero di San Gregorio Armeno.

L'incontro, guidato da Padre Carmine Mazza, ha avuto come tema di riflessione e di dibattito il discorso di Gesù durante l’Ultima Cena (Gv 16, 12 -15): un passo che è, al tempo stesso, di chiusura e di apertura; di chiusura perché Gesù di li a poco sarà condannato a morte, di apertura perché prepara quella che dovrà essere la vita per ogni uomo, a cui dà il Suo insegnamento.

Le parole di Gesù sono rassicuranti, gli apostoli non rimarranno soli: lo Spirito Santo, il Paraclito li sosterrà lungo il resto del loro cammino, cammino che essi faranno liberamente, secondo la propria specificità.

Padre Carmine ha sottolineato questo punto: non dobbiamo pensare ad un abbandono passivo alla volontà del Signore, Gesù ci indica la direzione per arrivare alla Verità, ma noi, in ogni momento, siamo liberi di sperimentare la solidità del Suo Annuncio.

Gesù inizia il suo discorso agli Apostoli affermando di avere ancora molte cose da dire, ma le rimanda perché essi non sono ancora in grado di afferrarne completamente il senso e il peso: è un’ulteriore prova di amore, aspettare che la persona amata si renda conto di ciò che avviene in essa e attorno ad essa e scelga di conseguenza che direzione dare alla propria vita.

Ognuno di noi infatti ha sperimentato come la comprensione del reale si allarghi man mano che si procede nel cammino, e più avanziamo e più ci avviciniamo alla verità, se riusciamo a dare ad ogni cosa il suo nome, a definirla nel suo vero significato.

In siffatta ottica va considerato il progetto del cristiano, la sua “vocazione”: appropriarsi di ciò che fa parte della sua natura, di ciò che gli è congeniale, di ciò che lo avvicina a Dio fino a diventare Sua Immagine.

E questo appropriarsi della realtà più profonda di noi stessi, avviene solo se guardiamo costantemente a Gesù, in modo che anche gli errori saranno ammissibili allorchè, riconoscendoli come tali, compiamo un ulteriore passo verso Dio.

La seconda parte del dibattito si è incentrata sulla domanda: come può l’uomo avvicinarsi a Dio fino a diventare tutt’uno con Lui? Quale mezzo a ha a sua disposizione per incontrare Dio?

Padre Carmine ha sollevato questa riflessione, invitandoci ad osservare il modo d'agire dell’uomo contemporaneo: ne viene fuori un uomo che aspira a possedere sempre di più, ma inesorabilmente solo, perché incapace di donarsi, cioè di amare.
La gioia consiste quindi nel donarsi, nella capacità di relazionarsi agli altri.

E l’esempio di relazione ci viene proprio dall’alto, da quello che è il mistero più profondo, la Trinità. Infatti Dio Creatore, Principio non generato, è Padre; Dio Redentore Misericordia è Persona-Figlio venuto a salvarci; Dio Consolatore w Soccorritore è Spirito, rimanendo sempre nel cuore dell’uomo.

Ancora una volta e a conclusione dell’incontro, Padre Carmine ci ha invitati a meditare sull’unica via che può portare alla salvezza l’uomo, la contemplazione di questo grandissimo mistero con un atteggiamento di fiducia e con animo paziente, generatore di speranza: “La via del bene ha un nome: si chiama Amore; in esso si può trovare la chiave di ogni speranza perché l’amore vero ha la radice in Dio stesso”. - (Beato Giovanni Paolo II)

                   Grazia Di Paola, Ausiliaria Eucaristica

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Gli Ausiliari Eucaristici in pellegrinaggio a Castelpetroso (IS)

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Lo scorso 27 giugno, a conclusione dell' anno accademico 2016-2017 in cui gli Ausiliari, trascorso sotto la guida di don Francesco Rinaldi che con le sue meditazioni ha portato a una fruttuosa crescita spirituale, si è tenuto, come ogni anno, un pellegrinaggio di preghiera e devozione.

Il Santuario di Maria Santissima dell'Addolorata a Castelpetroso ha accolto un folto gruppo di Ausiliari provenienti da vari luoghi della Campania e distribuiti in due pullman.

La collina di Castelpetroso è un luogo di apparizioni mariane, cominciate a partire dalla fine del 1800. La Vergine Maria apparve a due pastorelle, Serafina e Bibiana, con il cuore trafitto da sette spade, le braccia aperte e lo sguardo rivolto al cielo, inginocchiata presso il corpo di Cristo piagato e morto.

Diventando sempre più frequenti le apparizioni e le visite dei pellegrini, si decise la costruzione di un Santuario che potesse accoglierli adeguatamente.

 In epoca più recente fu inaugurata la Via Matris, un percorso suddiviso in 7 stazioni, ognuna delle quali sottolineata da un  gruppo scultoreo in bronzo.

Per entrare nello spirito del pellegrinaggio, già durante il percorso sono state recitate le Lodi mattutine. 

All'arrivo dei due gruppi di Ausiliari, è stato proiettato un filmato sulla storia del Santuario, poi sotto la guida di don Pino Giordano ci si è recati in chiesa per la celebrazione Eucaristica che ha visto le due comunità unite nell'esperienza della preghiera e dell'incontro fraterno con Cristo.

Non è mancato un momento di riunione conviviale nel refettorio adiacente al Santuario, durante il quale hanno prevalso sentimenti di genuina gioia e serenità.

Il programma è proseguito con la Via Matris, che, data la calura estiva e l'età non più verde di molti dei partecipanti, si è pensato di svolgerla nelle sette cappelle del Santuario.

Dopo la recita dei Vespri siamo stati accompagnati sul luogo delle apparizioni e di lì si è presa la via del ritorno.

La bella giornata di fede, di preghiera e di condivisione fraterna si è conclusa con la recita in itinere del Santo Rosario.

Annamaria Capasso, Ausiliaria Eucaristica

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