Importanza della Liturgia delle Ore e Ufficio Divino

Tesina a cura di suor Maria Ardimer, suor Beverly Siazon, suor Charmie Lou Abangan e suor Rhalen Bantolio, elaborata durante la preparazione all'emissione dei voti perpetui.

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IMPORTANZA DELLA LITURGIA DELLE ORE E UFFICIO DIVINO NELLA PREGHIERA

La preghiera pubblica e comune del popolo di Dio è giustamente ritenuta tra i principali compiti della Chiesa. Per questo sin dall’inizio i battezzati <erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nella preghiera>.  (At. 2,42)

Le testimonianze della Chiesa primitiva attestano che anche i singoli fedeli, in ore determinate, attendevano alla preghiera. In varie regioni, si diffuse la consuetudine di destinare tempi particolari alla preghiera comune, come, per esempio, l’ultima ora del giorno, quando si fa sera e si accende la lucerna, oppure la prima ora, quando la notte, al sorgere del sole, volge al termine.

Queste preghiere fatte in comune, a poco a poco, furono ordinate in modo da formare un ciclo ben definitivo di Ore: la Liturgia delle Ore o Ufficio Divino. Essa, arricchita anche di letture, è principalmente preghiera di lode e di supplica, e precisamente preghiera della Chiesa con Cristo.

 

L’UFFICIO DIVINO OPERA DI CRISTO E DELLA CHIESA

Cristo Gesù, il Sommo Sacerdote della nuova ed eterna alleanza, prendendo la natura umana, ha introdotto in questo esilio terrestre quell’inno che viene eternamente cantato nelle dimore celesti. Egli unisce a sé tutta l’umanità e si associa nell’elevare questo divino canto di lode. Cristo continua ad esercitare questa funzione sacerdotale per mezzo della sua Chiesa, che loda il Signore incessantemente e intercede per la salvezza del mondo non solo con la celebrazione dell’Eucaristia, ma anche in altri modi, specialmente recitando l’Ufficio Divino. (SC IV,83)

Il Divino Ufficio, secondo la tradizione cristiana, è strutturato in modo da santificare tutto il corso del giorno e della notte per mezzo della lode divina. Quando poi a celebrare debitamente quel mirabile canto di lode sono i sacerdoti o altri a ciò deputati per istituzione della Chiesa, o anche i fedeli che pregano insieme col sacerdote, secondo le forme approvate, allora è veramente la voce della Sposa che parla allo Sposo, anzi è la preghiera che Cristo, unito al suo corpo, eleva al Padre. (SC IV,84)

Tutti coloro che recitano questa preghiera, da una parte, adempiono all’obbligo proprio della Chiesa, e dall’altra partecipano al sommo onore della Sposa di Cristo perché, lodando il Signore, stanno davanti al trono di Dio, in nome della Madre Chiesa. (SC IV,85) 

Cristo ha comandato: “Bisogna pregare sempre senza stancarsi” (Lc.18,1)       

La Chiesa obbedendo fedelmente a questo comando, non cessa mai d’innalzare preghiere e ci esorta con queste parole: “Per mezzo di Lui (Gesù) offriamo continuamente un sacrificio di lode a Dio”. (Eb. 13,15)

Dunque, la santificazione del giorno e di tutta l’attività umana rientra nelle finalità della Liturgia delle Ore; il suo ordinamento è stato rinnovato in modo da far corrispondere, per quanto era possibile, la celebrazione delle Ore al loro vero tempo, sempre tenendo conto, delle condizione della vita odierna. (SC 88)

 

L’ORDINAMENTO TRADIZIONALE (SC 89)

a) Le lodi come preghiera del mattino e i vespri come preghiera della sera che, secondo la venerabile tradizione di tutta la Chiesa, sono il duplice cardine dell’ufficio quotidiano, devono essere ritenute le ore principali e come tali celebrate;

b) La compieta sia ordinata in modo che si adatti bene alla conclusione della giornata;

c) L’ora detta “mattutino”, pur conservando l’indole di preghiera notturna per il coro, venga adattata in modo da poter essere recitata in qualsiasi ora del giorno e abbia un minor numero di salmi e letture più lunghe;

d) L’ora di prima sia soppressa;

e) Per il coro si mantengano le ore minori di terza, sesta e nona. Fuori dal coro si può invece scegliere una delle tre, quella cioè che meglio risponde al momento della giornata.

 

SANCTIFICAZIONE DELL’ UOMO

Nella Liturgia delle Ore si compie la santificazione dell’uomo e si esercita il culto divino in dialogo fra Dio e gli uomini nel quale: “ Dio parla al suo popolo… il popolo a sua volta risponde a Dio con il canto e con la preghiera”.

 “La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestrativi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali”. (Col 3,16)

Non solo quando si legge tutto ciò che è “stato scritto per nostra istruzione” (Rm. 15,4), ma anche quando la Chiesa prega o canta, si alimenta la fede dei partecipanti, le menti sono sollevate verso Dio per rendergli un ossequio ragionevole e ricevere con abbondanza la sua grazia.

Nella Liturgia delle Ore, la Chiesa, esercitando l’ufficio sacerdotale del suo Capo, offre a Dio  “incessantemente” il sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome. (Eb.13,15)

La voce della stessa Sposa che parla allo Sposo, anzi è la preghiera che Cristo, unito al suo Corpo, eleva al Padre.

 

LE PARTI DEL BREVIARIO

Canterò sempre le grazie del Signore, di generazione annunzierò con la mia bocca la tua fedeltà. (Salmo 88, 2)

SALMI ­­­­– La parte principale del breviario è costituita dai salmi e dai cantici della Bibbia. La Chiesa ha sempre mantenuto questo principio, riaffermandolo ogni qualvolta è stato dimenticato. Siccome le feste dei Santi avevano salmi propri, quindi la moltiplicazione di tali feste veniva a intaccare apertamente il suddetto principio, Papa Pio X stabilì che i salmi soliti delle ferie si recitassero anche nelle feste dei Santi, eccettuate le feste maggiori.

INNI – Propriamente detti, cioè canti ritmici e metrici divisi in strofe, sono usati nella Chiesa solo nel secolo IV. Padre dell’innodia in Occidente è  San Ambrogio. Nel corso del secolo V il tipo di inno da lui creato era già tanto diffuso in Occidente, che San Benedetto poteva designare l’inno con la semplice denominazione: “Ambrosianus”. Le Basiliche Romane invece vi si mostrarono poco favorevoli e accettarono l’inno solo nel XIII secolo.

LETTURE – Le letture del breviario si dividono in: lezioni, nel mattutino e in capitoli. Nei tempi antichi, le lezioni costituivano la parte principale dell’Ufficio Notturno; passarono in secondo ordine quando al posto della salmodia responsoriale, nelle ore canoniche, fu introdotto il canto antifonale.

La loro lunghezza era lasciata alla discrezione del superiore del coro, ma per ottenere un certo ordine nell’Ufficio, già nel secolo XI, si ebbero tentativi di fissare per i singoli giorni le letture da eseguire.

RESPONSORI – Alle lezione sono strettamente congiunti i responsori. Essi sono l’ultimo resto del salmo che si cantava anticamente, dopo la lezione in modo responsoriale.

Dopo l’introduzione del canto antifonale, i salmi erano usati copiosamente nell’Ufficio Divino, e perciò furono scelti come responsori per lo più brani di altri libri della Sacra Scrittura, preferibilmente del libro che nel frattempo si stava leggendo.

VERSETTI – I versetti servono come membri di collegamento tra le diverse parti delle ore canoniche, ad esempio, al vespro tra salmodia e lezioni al mattino; il loro nome deriva dal fatto che molto spesso sono costituiti da versetti di salmi.

I versetti per lo più contengono una pia esclamazione o giaculatoria, talvolta esprimono una preghiera o una verità in rapporto con il particolare periodo liturgico, come per esempio nell’Avvento.

PRECES FERIALES. ORAZIONE – Nelle vigilie, Quattro Tempora, ferie dell’Avvento e di Quaresima. Esse sono un resto di una orazione generale, che in Oriente già nel secolo IV, si diceva alla fine del vespro e delle Lodi. Della stessa natura sono i primi esempi delle preci feriali attuali, provenienti dall’epoca carolingica. Costituiscono una preghiera per il perdono dei peccati e per i diversi stati sociali, con l’indicazione  anche di particolari intenzioni.

Dal secolo IX c’è la consuetudine di terminare le singole ore con l’orazione del giorno. Così le ore canoniche si collegano intimamente con il santo sacrificio della Messa, centro del culto pubblico.

Nella Chiesa Romana, fino al secolo XI, ambedue le ore terminavano con la recita ad alta voce del Pater Noster.

 

DIVERSI ELEMENTI DELLA LITURGIA DELLE ORE

I Salmi e il loro rapporto con le preghiere cristiane

Nella Liturgia delle Ore, la Chiesa prega in gran parte con quei bellissimi canti, che i sacri autori, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, hanno composto nell’Antico Testamento. I salmi, tuttavia, non offrono che un’immagine imperfetta di quella pienezza dei tempi che apparve in Cristo Signore e dalla quale trae il suo vigore la preghiera della Chiesa.

I salmi non sono letture, né preghiere scritte in prosa, ma poemi di lode. Quindi anche se talvolta fossero stati eseguiti come letture, tuttavia, in ragione del loro genere letterario, giustamente furono detti dagli ebrei “Tehilim”.

In verità tutti i salmi hanno un certo carattere musicale, che ne determina la forma di esecuzione più consona. 

E’ bello dar lode al Signore e cantare al tuo nome, o Altissimo, annunziare al mattino il tuo amore, la tua fedeltà lungo la notte, sull’arpa dieci corde e sulla lira, con canti sulla cetra. (Salmo 92, 2-4)

Le Antifone che aiutano a pregare con i salmi

Le Antifone aiutano a illustrare il genere letterario del salmo in preghiera personale: mettono meglio in luce una frase degna di attenzione che altrimenti potrebbe sfuggire; danno un tono particolare a qualche salmo a seconda delle circostanze.

Alle singoli parti viene assegnata un’antifona propria, sia per rendere più varia la recita dei salmi, specialmente nella celebrazione con il canto, sia per comprendere meglio la ricchezza del salmo; è tuttavia consentito recitare il salmo intero senza interruzione, usando solo la prima antifona.

Il Modo di Salmodiare

Chi recita i salmi apre il suo cuore a quei sentimenti che i salmi ispirano secondo il loro genere letterario: di lamentazione, di fiducia, di rendimento di grazie. Questi generi letterari giustamente sono tenuti in grande considerazione dagli esegeti.

Chi recita i salmi, aderendo al significato delle parole, presta attenzione all’importanza del testo  per la vita umana dei credenti.

Si sa, infatti, che ogni salmo fu composto in circostanze particolari, alle quali intendono riferirsi i titoli premessi a ciascuno di essi nel salterio ebraico. Ma in verità qualunque sia la sua origine storica, ogni salmo ha un proprio significato, che anche ai nostri tempi non possiamo trascurare. Sebbene quei salmi siano stati composti molti secoli fa presso popoli orientali, essi esprimono assai bene i dolori e la speranza, la miseria e la fiducia degli uomini di ogni tempo e regione, e cantano specialmente la fede in Dio, la rivelazione e la redenzione.

 

LA SANTIFICAZIONE DEL GIORNO, OSSIA LE VARIE ORE

Introduzione di tutto l’Ufficio  

Tutto l’Ufficio, di regola, è introdotto dall’Invitatorio. Questo consta del versetto «Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode», e del salmo 94, con il quale i fedeli sono invitati ogni giorno a cantare le lodi di Dio e ad ascoltare la sua voce, e infine vengono esortati ad aspettare il «riposo del Signore». Lo si dica, in forma responsoriale, cioè con la sua antifona che, subito proposta e ripetuta, è di nuovo ripresa dopo ogni strofa.

Le Lodi Mattutine

«Le Lodi, come preghiera del mattino, e i Vespri come preghiera della sera, che secondo la venerabile tradizione di tutta la Chiesa, sono il duplice cardine dell’Ufficio quotidiano, devono essere ritenute le Ore principali e come tali celebrate». Le Lodi Mattutine sono destinate a santificare il tempo mattutino come appare da molti dei loro elementi. Servono per consacrare a Dio i primi moti della nostra mente e del nostro spirito in modo da non intraprendere nulla prima di esserci rinfrancati col pensiero di Dio. 

Ti prego, Signore. Al mattino ascolta la mia voce; fin dal mattino t’invoco e sto in attesa. (Sal. 5, 4-5)

I Vespri

I Vespri si celebrano quando si fa sera e il giorno ormai declina «per rendere grazie di ciò che nel medesimo giorno ci è stato donato o con rettitudine abbiamo compiuto».  Con l’orazione che innalziamo «come incenso davanti al Signore» e nella quale «l’elevarsi delle nostre mani» diventa «sacrificio della sera» ricordiamo anche la nostra redenzione.  Questo «si può anche intendere, con un significato più spirituale, dell’autentico sacrificio vespertino: sia di quello che il Signore e Salvatore affidò, nell’ora serale, agli apostoli durante la Cena, quando inaugurò i Santi Misteri della Chiesa, sia di quello del giorno seguente, quando, con l’elevazione delle sue mani in Croce, offrì al Padre per la salvezza del mondo intero se stesso, quale sacrificio della sera, cioè come sacrificio della fine dei secoli». Si devono quindi tenere in grandissima considerazione le Lodi Mattutine e i Vespri come preghiera della comunità cristiana.

L’Ufficio delle Letture

L’Ufficio delle Letture ha lo scopo di proporre al popolo di Dio, e specialmente a quelli che sono consacrati al Signore, una meditazione più sostanziosa della Sacra Scrittura e le migliori pagine degli autori spirituali. Sebbene, infatti, la Messa quotidiana offra un ciclo di letture della Sacra Scrittura più abbondante, quel tesoro della rivelazione e della tradizione contenuto nell’Ufficio delle Letture sarà di grande profitto per lo spirito. Soprattutto i sacerdoti devono cercare questa ricchezza per poter dispensare a tutti la Parola di Dio, che essi stessi hanno ricevuto, e per fare della dottrina, che insegnano, il «nutrimento per il popolo di Dio».

Terza, Sesta e Nona o Ora Media

Secondo una tradizione antichissima, i cristiani erano soliti pregare per devozione privata in diversi momenti nel corso della giornata, anche durante il lavoro, per imitare la Chiesa Apostolica. Questa tradizione si è espressa in modi diversi e, con l’andare del tempo, si è concretata in celebrazioni liturgiche.

L’uso liturgico, tanto dell’Oriente che dell’Occidente, ha conservato Terza, Sesta e Nona Ora, specialmente perché a queste si collegava il ricordo degli eventi della Passione del Signore e della prima propagazione del Vangelo.

Compieta

La compieta è l’ultima preghiera del giorno, da recitarsi prima del riposo notturno.

 

CELEBRAZIONE IN COMUNE

Come tutte le altre azione liturgiche, non è un’azione privata, ma appartiene a tutto il Corpo della Chiesa, lo manifesta e influisce in esso. La sua celebrazione ecclesiale è posta nella sua più piena luce e per questo è  sommamente consigliata quando è compiuta dalla Chiesa locale con il proprio Vescovo, circondato dai presbiteri e dai ministri. “In essa è veramente presente e opera la Chiesa di Cristo, una, santa, cattolica, apostolica”. (Conc. Vat. II, Cristus Dominus, n.11)

Anche i laici riuniti in convegno, sono invitati ad assolvere la missione della Chiesa, celebrando qualche parte della Liturgia delle Ore, qualunque sia il motivo per cui si radunano: la preghiera, l’apostolato o altro.

È necessario, infatti, che imparino ad adorare Dio Padre in spirito e verità anzitutto nell’azione liturgica, e si ricordino che mediante il culto pubblico e la preghiera raggiungono tutti gli uomini e possono contribuire non poco alla salvezza di tutto il mondo. È cosa lodevole, infine, che la famiglia, santuario domestico della Chiesa, oltre alle comuni preghiere, celebri anche, secondo l’opportunità, qualche parte della Liturgia delle Ore, inserendosi così più intimamente nella Chiesa.

 

IL MANDATO DI CELEBRARE LA LITURGIA DELLE ORE

I Vescovi

Il Vescovo rappresenta Cristo in forma eminente e visibile. E’ il grande sacerdote del Suo gregge. Da lui deriva e dipende, in un certo modo, la vita dei suoi fedeli in Cristo. Deve essere il primo nella preghiera e lo fa sempre a nome e beneficio della Chiesa, che gli è affidata.

I Sacerdoti

I sacerdoti, uniti al Vescovo e a tutto il Presbiterio, rappresentano anch’essi in grado speciale la persona di Cristo Sacerdote, partecipano al medesimo compito, pregando Dio per tutto il popolo loro affidato, anzi per tutto il mondo.  (Gv. 10,11;17’20.23)

Comunità religiose

Le comunità religiose sono obbligate alla Liturgia delle Ore. I membri che non hanno preso parte al coro recitino le Ore a norma del loro diritto particolare. Si raccomanda a tutte le comunità religiose e ai loro membri di celebrare, secondo le circostanze in cui si trovano, alcune parti della Liturgia delle Ore: essa è preghiera della Chiesa e fa di tutti, dovunque dispersi, un cuore solo e un’anima sola. La stessa esortazione è rivolta anche ai laici.

 

LA NOSTRA VITA DI PREGHIERA SECONDO LE COSTITUZIONI

Lo spirito di preghiera deve permeare tutta la nostra giornata di Crocifisse per essere fedeli all’impegno assunto nella nostra consacrazione a Dio. Cristo ci ha chiamate, ci convoca ogni giorno per unirci a sé nell’Eucaristia, per renderci sempre più suo corpo vivo e visibile, animato dallo Spirito, in cammino verso il Padre.

La preghiera è per noi il tempo privilegiato per stare con lo Sposo, perché Egli possa operare in noi sempre, e tra le molteplici occupazioni e fatiche della giornata, possa invadere la nostra vita e la nostra esistenza. (Cons. 63)

La moltitudine dei credenti aveva un cuor solo e un’anima sola: né vi era chi dicesse suo quello che possedeva, ma tutto era loro comune.  (At. 4.32)

La fedeltà alla preghiera quotidiana alimenta la vita interiore ed è una necessità fondamentale che ci permette di rispondere alla chiamata di Dio, per lodarlo, adorarlo e ringraziarlo in tutte le espressioni della nostra esistenza. (Cons. 64)

In lui anche voi siete edificati mediante lo Spirito Santo, per essere l’abitazione di Dio. (At. 2, 22)

L’Adorazione dell’Eucaristia è un elemento costitutivo del nostro Istituto; è centro della comunità che ci fa sentire unite e spiritualmente presenti sotto i veli eucaristici. E' un nostro impegno primario che adempiamo in maniera diurna e notturna. (Cons. 66)

Rimanete in me ed io in voi. Come il tralcio non può da sé portare frutto se non rimane unito alla vite, così nemmeno voi, se non rimanete in me.  (At .4.32)

Nell’adorazione chiediamo umilmente al Signore la grazia di approfondire con amore il Mistero Eucaristico, la santificazione dei sacerdoti e di unirci alla riparazione per i peccati di tutti gli uomini.

La Madre Fondatrice ci raccomanda di essere: «fedeli all’adorazione, riparando in quell’ora alle indifferenze e alle offese che Egli riceve da tante anime». (Cons. 67)

La celebrazione della Liturgia  delle Ore è preghiera della Chiesa, prolungamento e estensione nella giornata del Mistero Pasquale ed è stata fin dall’inizio una caratteristica della Congregazione, una manifestazione della vita comunitaria attraverso la quale ci santifichiamo insieme. Celebriamo in comune ogni sua parte: Ufficio delle Letture, Lodi, Ora Media, Vespro, Compieta. Ove è possibile recitiamo, di notte, almeno una volta al mese, in spirito di riparazione, l’Ufficio delle Letture, conservando la sua caratteristica di preghiera notturna. Un’accurata revisione di vita personale e comunitaria sotto lo sguardo di Dio, il perdono vicendevole e l’esame di coscienza aiutano a conformarci progressivamente alla Sua Volontà e ad essere consapevoli della nostra fragilità e della necessità della misericordia di  Dio. (Cons. 69)

Ma tu, quando vuoi pregare, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega al Padre tuo nel segreto; e il Padre Tuo, che vede nel segreto, te ne darà ricompensa. Pregando poi, non sprecate vane parole come fanno i pagani, che credono di essere ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro,perché il Padre vostro sa di di quali cose avete bisogno, prima che gliele chiediate. (Mt. 6, 6-7)

Alimentiamo lo spirito di preghiera con l’orazione mentale, la meditazione, la lettura spirituale tratta specialmente dalla Parola di Dio, la Lectio Divina per vivificare la nostra vita con il Signore. (Cons. 72)

Partecipiamo al Ritiro mensile e agli Esercizi Spirituali annuali, quale tempo dello spirito, nell’impegno di verifica e di revisione di vita personale e comunitaria. Questi momenti sono l’occasione propizia per una più accurata conoscenza di sé e per quel progressivo rinnovamento spirituale a cui l’anima consacrata deve tendere in tutta la vita. (Cons. 73)

Sull’esempio della Madre Fondatrice pratichiamo con viva devozione la Via Crucis per associarci a Gesù Crocifisso nell’opera di Redenzione, unendoci alle sue sofferenze.

Maria Addolorata ai piedi della Croce, insegna a noi Crocifisse ad accogliere e a testimoniare la Passione di Cristo e a vivere le difficoltà di questo mondo. Con la recita personale, quotidiana e devota del Rosario, meditiamo i momenti che segnano la Sequela Cristi dove Maria è la prima discepola che ci aiuta ad essere unite a Lui, specialmente nei momenti in cui la nostra fede è più debole.

“Ecco, tua Madre e i tuoi fratelli sono là fuori e desiderano parlarti”… “Chi è mia Madre e chi sono i miei fratelli? Chi fa la volontà del Padre mio è per me Madre, sorella e fratello”. (Mt. 12, 46-50)

La nostra Madre Maria Pia ebbe una grande devozione per San Michele Arcangelo e per gli angeli custodi  che proteggevano  e assistevano la sua vita e missione, inoltre coltivò una particolare venerazione per San Giuseppe e per quei santi che furono più devoti della Passione di Cristo, dell’Eucaristia e di Maria Santissima. Da loro imparò a corrispondere alla grazia della propria vocazione. Noi sue figlie, coltiviamo queste devozioni, anche dei santi e beati della nostra famiglia religiosa, nella vita di preghiera secondo le norme della chiesa e del Direttorio.

 

LA NOSTRA VITA DI PREGHIERA NEL DIRETTORIO

Art.74 - La nostra preghiera e i nostri atti di pietà devono esprimere, secondo gli orientamenti della Chiesa, le caratteristiche del nostro patrimonio spirituale di Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia, specialmente il cristocentrismo.

Pregate in ogni tempo, con ogni forma di orazione e di supplica, per mezzo dello Spirito… Pregate anche per me, affinché Dio mi apra la bocca e mi dia parole efficaci per annunziare il mistero del Vangelo. (Ef. 6, 18-19)

Art.75 - Liete di trovarci insieme dinanzi al Signore, partecipiamo con dedizione e puntualità alla preghiera comune. Siamo fedeli agli impegni di preghiera, assunti liberamente, li viviamo non come un obbligo ma con un profondo desiderio di trascorrere il nostro tempo con lo Sposo. Ci prepariamo alla preghiera lasciando tutto quello che ci occupa con prontezza al fine di non sciupare il Suo tempo. Cerchiamo di non mancare a nessun momento di incontro comunitario e personale con il Signore.

Così anche lo Spirito viene in aiuto… a favore nostro, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori, sa che cosa desideri lo Spirito, perché egli intercede secondo Dio per i Santi. (Rom. 8, 26-27)

Art. 76 - La nostra preghiera in comune si esprime quotidianamente con: celebrazione eucaristica, centro vitale della comunità; celebrazione della Liturgia delle Ore; meditazione di mezz’ora al mattino; Angelus Domini\Regina Coeli (a tempo debito); Veni Creator; esame di coscienza; preghiera per il Papa; preghiera per la canonizzazione della Beata Maria della Passione e per la beatificazione della Madre Fondatrice.

La nostra preghiera personale si esprime quotidianamente con: adorazione; Rosario di almeno cinque misteri; lettura spirituale.

Canterò sempre le grazie del Signore, di generazione annunzierò con la mia bocca la tua fedeltà. (Salmo 89,2 )

Art.83 - La Liturgia delle Ore è per noi la visibilità della Chiesa orante che come comunità prega instancabilmente Dio. E’ segno della comunione tra noi che nasce dalla condizione della fede.

Quando per giuste ragioni qualche sorella  della comunità non può adempiere alle diverse ore liturgiche, potrà essere dispensata, sempre che non si tratti delle lodi, il vespro, la compieta, cercando lungo la giornata, se le è possibile, di farle personalmente.

Ogni comunità nel pregare le Ore si atterrà a quanto è stabilito nella Liturgia, evitando di introdurre delle variazioni che ne modifichino la sua pedagogia spirituale.

Ogni casa stabilirà l’orario che più si adegua alla propria realtà e possibilità per celebrare le Ore Liturgiche e una volta al mese l’Ufficio Notturno.

Art.86 - La meditazione sarà di mezz’ora al mattino dopo le lodi. La lettura spirituale,una volta alla settimana, sia almeno di mezz’ora, personale o comunitaria. Ogni comunità tenendo presente la sua realtà e i suoi impegni apostolici e pastorali studierà la possibilità di fare la Lectio Divina.

Intrattenetevi fra voi con salmi, inni e cantici spirituali, cantando e salmeggiando di tutto cuore al Signore.  (Ef. 5,19)

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